Il questore: «Racket, commercianti denunciate»

Il questore: «Racket, commercianti denunciate»
di Andrea Ferraro
Lunedì 15 Gennaio 2018, 00:00
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La preoccupazione non può nascere solo da questo episodio. La vera preoccupazione è che questo incendio potrebbe essere inserito in un contesto criminale più grande e che, dunque, nell’immediato potrebbe portare ad altri episodi simili». Il questore di Benevento, Giuseppe Bellassai, in città da un anno e quattro mesi, non sottovaluta il rischio di un’escalation di roghi, o atti intimidatori della malavita, dopo quello che la notte tra giovedì e venerdì ha danneggiato il negozio di un parrucchiere a Cretarossa, nella parte alta del capoluogo.
Questore, che idea si è fatto? L’incendio del locale di via Kolbe è opera dei clan?
«Al momento non escludiamo nessuna pista. Non si può ancora stabilire che l’incendio sia collegato al racket. Stiamo lavorando per capire il movente e soprattutto per individuare i responsabili».
Che percezione ha delle attività estorsive dei clan nel Sannio?
«Il racket è un fenomeno presente in questa provincia, così come quello dell’usura. E anche se il tasso di denunce è basso non c’è da essere ottimisti».
Qual è la strategia per contrastare racket e usura?
«Sviluppare attività investigative di ampio respiro che portino a risultati concreti e tali da infondere maggiore fiducia nei cittadini e negli operatori economici affinché denuncino. Ma grazie al coordinamento della magistratura e alle sinergie tra polizia, carabinieri e guardia di finanza la capacità di azione e la capacità investigativa delle forze di polizia sono efficaci».
Da quando è arrivato al vertice della questura quante denunce di casi di racket avete ricevuto?
«Che io ricordi, nessuna. L’appello a commercianti e imprenditori è di farlo. Bisogna tutelare i propri interessi ed evitare di doversi assoggettare agli estorsori. Abbiamo sensibilizzato pure le associazioni di categoria, c’è l’impegno a creare le migliori condizioni possibili affinché le vittime trovino la forza di denunciare questo reato odioso che incide anche sull’economia sana della provincia».
C’è il rischio che il territorio possa fare gola anche ai clan casertani e foggiani?
«Il pericolo che ci siano dei tentativi di infiltrarsi da parte dei clan delle province limitrofe lo dice la storia degli ultimi anni. L’esperienza insegna che bisogna lavorare anche per costruire un argine ed evitare altre infiltrazioni».
A creare apprensione in città sono anche i roghi d’auto, fenomeno, tra l’altro, molto diffuso in provincia. 
«Si tratta di episodi che destano preoccupazione. In questa provincia spesso si ricorre ad azioni incendiarie anche per contrasti privati, ma i roghi possono essere anche la spia di situazioni più gravi».
Con la recente rapina di Dugenta è tornato anche l’incubo delle incursioni notturne nelle abitazioni, spesso attribuite a bande dell’Est. Questa volta in manette sono finite quattro persone di Maddaloni, centro della confinante provincia di Caserta. Cambieranno le strategie per contrastare questo fenomeno?
«No, abbiamo sempre puntato e punteremo sul controllo del territorio suddividendolo, sotto il coordinamento della prefettura, in modo equo tra le varie forze di polizia. E l’arresto dei quattro rapinatori da parte dei carabinieri è un ulteriore segnale che le sinergie e le strategie di controllo funzionano. Seguiamo determinate procedure. I servizi di controllo vengono potenziati ciclicamente nei territori che soffrono di particolari criticità come i furti e le rapine. Insomma le procedure sono flessibili».
Droga, gli ultimi arresti di pusher indicano che il fenomeno dello spaccio è diffuso anche in città...
«Lo spaccio di stupefacenti è un affare per tutta la criminalità. Monitoriamo, anche con personale in borghese, le zone della movida e le piazze frequentate dai pusher. Il trend è costante. Ma il fenomeno va contrastato anche facendo prevenzione».
Come?
«Nelle scuole incontriamo le giovani generazioni per creare una cultura necessaria a respingere l’uso delle droghe. I giovani devono capire a quali conseguenze, sotto il profilo della salute e penale, andrebbero incontro se facessero uso di stupefacenti».
Infine, l’organico. Arriveranno rinforzi nel 2018?
«A livello nazionale ci sarà l’immissione in ruolo di giovani poliziotti. L’auspicio è di poterne avere qualcuno qui».
 
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