Casalduni. Troppo cloro, il sindaco: «Non bevete l'acqua, non è potabile»

Casalduni. Troppo cloro, il sindaco: «Non bevete l'acqua, non è potabile»
di Paolo Bontempo
Sabato 14 Maggio 2016, 19:50
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CASALDUNI. «Non bevete l'acqua, non è potabile». Divieto di utilizzo dell'acqua per uso potabile nel centro abitato di Casalduni. Il provvedimento è stato adottato dal sindaco Pasquale Iacovella a seguito della nota dell'Asl con la quale veniva comunicato il superamento dei limiti imposti dalla legge per il parametro cloro residuo dell'acqua erogata presso la fontana pubblica di via Roma. Si prescrive, dunque, il solo uso per scopi non potabili in attesa che siano ripetuti gli accertamenti lunedì prossimo.

Una nuova emergenza idrica per il centro abitato che ha visto il pronto intervento dell'amministrazione comunale anche se non sono mancate le polemiche. «Il controllo effettuato dall'Asl chiarisce il sindaco Iacovella non riguarda l'acqua della nostra Fontanavecchia, ma per fontana pubblica l'azienda sanitaria intende un rubinetto nelle vicinanze del Comune dal quale esce acqua delle nostre sorgenti. Per due anni l'acqua non è stata potabile e con ordinanza della precedente amministrazione comunale è stato vietato l'uso, ma praticamente nessun ha detto nulla al riguardo. Ora siamo tra i pochi paesi ad aver finalmente affidato il controllo delle nostre acque ad un laboratorio di analisi come previsto dal decreto legislativo 31/2001 e il cloratore funziona in modo automatico poiché utilizziamo i 10 quintali di cloro che in passato avevano dimenticato in garage.

In seguito alla comunicazione dell'Asl abbiamo provveduto ad emettere l'ordinanza e bloccare immediatamente la casetta dell'acqua, fornendo subito l'acqua in bottiglia alla mensa e agli alunni delle nostre scuole. Il parametro non rispettato riguarda solo il residuo di cloro». Per revocare l'ordinanza occorre che i valori dell'acqua siano conformi. Casalduni non è nuovo a problemi idrici basti pensare ai precedenti mesi invernali quando l'erogazione dell'acqua potabile avveniva a singhiozzo per gli agricoltori delle contrade lato Stir di Casalduni. Una odissea che si è protratta per oltre tre mesi per seicento abitanti che sembrava non finire mai, incominciata da quando l'alluvione ha provocato guasti notevoli danneggiando anche la rete idrica. Gli abitanti delle contrade si sono attrezzati, con pozzi e riserve autonome di acqua. Non sono mancate anche le rotture della condotta dell'Alto Calore, proprio nell'agro del Comune di Casalduni in contrada Acquara, a causa dei continui sbalzi di pressione dell'acqua. 
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