Bucciano, l'ombra dei bulli sul suicidio di Giovanni

Bucciano, l'ombra dei bulli sul suicidio di Giovanni
Giovedì 9 Novembre 2017, 08:37
3 Minuti di Lettura
BUCCIANO -  Il Pubblico ministero, Assunta Tillo, ha disposto la riapertura dell’inchiesta sul suicidio di Giovanni Ruggiero che il 23 febbraio dello scorso anno si tolse la vita, impiccandosi ad un albero in un capanno del giardino della sua abitazione di Bucciano. La richiesta era stata presentata dal difensore della famiglia della vittima, l’avvocato Antonio Leone, alla luce dei risultati dell’esame autoptico, riportati nel referto medico-legale, dai quali ora ripartiranno le indagini. Dall’analisi del fascicolo emergerebbero, infatti, novità su possibili abusi e maltrattamenti subiti dal giovane.

Come è noto, circa due mesi fa il Giudice per le indagini preliminari, Flavio Cusani, su indicazione della Procura, aveva archiviato l’indagine istruita a carico di una persona per istigazione al suicidio: un caso che per la famiglia meritava invece più attenzione e rispetto al quale non ha mai spesso di chiedere verità e giustizia. Prima attraverso la trasmissione televisiva «Chi l’ha visto», poi con una petizione popolare online indirizzata al Presidente della Repubblica, Mattarella, al Ministro della giustizia, Orlando, e dell’Istruzione, Fedeli, che ha raccolto più di 50mila firme.

Creata dalla famiglia anche l’associazione «Giovanni Ruggiero», che si batte perché non ci siano più vittime di bullismo. In prima linea in questa battaglia i genitori e le due sorelle di Giovanni, Carmela e Ilaria, che così raccontano sul web quelle ultime ore: «Lunedì 22 Febbraio 2016 nostro fratello prende il pullman e si reca a scuola come tutte le mattine. Al suo ritorno ci racconta che è accaduto qualcosa di terribile; noi gli chiediamo che cosa, ma lui non approfondisce. Il pomeriggio dello stesso giorno va in paese a cercare un suo amico al quale voleva confidargli qualcosa, ma l’amico non è in casa». Il giorno dopo, i genitori e le due sorelle più grandi di lui, lo cercano a lungo nella casa di via Strepposa. Nel primo pomeriggio la drammatica scoperta del corpo, penzolante da un albero vicino al capanno, a pochi metri dall’abitazione. Inutili e vani i soccorsi, in quanto il ragazzo è già deceduto. 
Nella petizione della famiglia sulla rete l’invito comune a non arrendersi: «Tutti possiamo e dobbiamo fare in modo di dargli giustizia perché non accada di nuovo ad un altro ragazzo o ragazza e ad altri genitori, fratelli e sorelle. Quanti ancora dovranno morire prima che si capisca che il bullismo è una forma di violenza che porta alla morte?». Qualche tempo fa l’associazione che porta il suo nome organizza il Concorso a premi «La Giornata dell’Arte», una Borsa di Studio destinata ai ragazzi, in collaborazione con l’Istituto Comprensivo «A. Oriani» di Sant’Agata dei Goti e ideata per ricordare Giovanni Ruggiero e la sua grande sensibilità. Un ragazzo che parlava poco e preferiva tenersi dentro tutto quello che provava. Le sensazioni, i sentimenti, i suoi sogni li traduceva nei tratti sicuri della sua matita e nei suoi disegni. Ma l’obiettivo di mamma Anna punta più in alto: sollecitare l’approvazione al più presto di una legge contro il bullismo e contro i bulli, anche se si tratta di minorenni. Una legge che punisca con pene severe e al tempo stesso aiuti le vittime di bullismo, evitando che queste vengano più offese, derise e abusate solo perché sensibili e diverse. Ma soprattutto evitando che si arrendano e preferiscano la morte alla vita.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA