Massacrato di botte durante il party,
tra gli indagati anche il cantante

Massacrato di botte durante il party, tra gli indagati anche il cantante
di Enrico Marra
Sabato 29 Settembre 2018, 12:00
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In quattro avrebbero cercato di intralciare le indagini per ricostruire le fasi della lite che ha portato alla morte del 32enne beneventano Antonio Parrella. Delitto che vede imputato con l'accusa di omicidio Silvio Sparandeo, 28 anni, per il quale il pm mercoledì ha chiesto condanna a 20 anni di carcere. Il pubblico ministero Miriam Lapalorica ha chiesto i rinvii a giudizio, con l'accusa di favoreggiamento davanti al gup Simonetta Rotili e udienza fissata per il 28 gennaio del prossimo anno, di Umberto Sferruzzi, 29 anni, Gianluca Peluso, 27 anni, Michele Meoli, 27 anni, alla festa esibitosi come cantante (l'altra notte, al rione Libertà, è andata in fiamme, per cause in corso di accertamento, l'auto intestata alla madre e in uso anche a lui), tutti beneventani e Francesco Napolitano, 51 anni, di Moiano, ritenuti responsabili di favoreggiamento per aver ostacolato, con le loro dichiarazioni, l'attività investigativa. A loro si aggiunge Corrado Sparandeo, 32 anni, al quale è stata contestata la violazione della misura della sorveglianza speciale a cui era sottoposto. I cinque sono difesi dagli avvocati Antonio Leone, Maria Cristina Caracciolo, Gerardo Giorgione e Vittorio Fucci.
 
Tutti e quattro gli imputati di favoreggiamento, Umberto Sferruzzi, Gianluca Peluso, Michele Meoli e Francesco Napolitano subito dopo il ferimento di Parrella, poi deceduto all'ospedale Rummo, erano stati ascoltati dai poliziotti della Squadra Mobile impegnati nel ricostruire l'accaduto per individuare chi aveva aggredito Parrella e provocato le ferite poi rivelatesi mortali. Ai quatto vengono addebitate dichiarazioni non veritiere rese ai poliziotti. Queste alcune delle versioni fornite: «Non so né chi, né dove Parrella è stato aggredito», «non ho visto nessuno picchiare Antonio», «non ho nemmeno sentito dire che è stato picchiato», «non mi sono accorto di nulla». Affermazioni, però, smentite dal personale della Squadra Mobile, che aveva provveduto a sequestrare le immagini riprese da alcune telecamere del ristorante dove era avvenuta l'aggressione. Inoltre altri elementi di prova contro i quattro sono stati acquisiti attraverso intercettazioni, perquisizioni e verifiche sui cellulari. Nel corso delle indagini sull'omicidio Parrella sono state appurate anche delle violazioni alle prescrizioni contemplate dalla sorveglianza speciale di cui era destinatario Corrado Sparandeo.

Questo processo bis seguirà quello in corso davanti al Gup Telaro, che ha visto nell'ultima udienza di mercoledi scorso, la richiesta di una condanna a venti anni di reclusione per Silvio Sparandeo, appunto l'imputato di omicidio per la morte di Antonio Parrella. Anche in quel caso la requisitoria era stata fatta dal pubblico ministero Miriam Lapalorcia, che ora ha richiesto i rinvii a giudizio per favoreggiamento. La discussione di questo processo per omicidio vede fissata per il 19 ottobre la prossima udienza.
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