Benevento, caso autovelox irregolari nel Sannio: accolti i primi ricorsi per multe

Regione, Comuni e cittadini attendono direttive univoche da parte del governo

L’autovelox nel territorio di Solopaca
L’autovelox nel territorio di Solopaca
di Paolo Bocchino
Giovedì 16 Maggio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 09:39
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Autovelox non omologati, arrivano i primi accoglimenti dei ricorsi che potrebbero presto fioccare. Prefetture e Polstrada attendono direttive univoche dal ministero, Comuni e Province chiedono a gran voce un intervento chiarificatore del governo, ma intanto è caos anche nel Sannio. Una problematica che investe tutto lo Stivale quella aperta dalla ormai celebre ordinanza 10505 della Cassazione, pubblicata il 18 aprile, che ha sancito con inequivocabile nettezza la differenza tra apparecchiature «approvate» e dispositivi di controllo della velocità «omologati».

Ovvero, non basta che gli apparecchi rientrino in un elenco di modelli avallati dal ministero per la messa in commercio, ma occorre che gli stessi, all’atto della installazione su strada, abbiano superato anche gli appositi test preventivi di laboratorio che ne certifichino la precisione di funzionamento. Un requisito, del resto, logico, dal momento che tra una multa e il passare indenni ci sono spesso solo pochissimi chilometri orari di differenza.

Il pronunciamento della Cassazione potrebbe trasformarsi presto in una valanga di ricorsi accolti. Lo dimostra il caso verificatosi nelle scorse ore in Salento, dove il giudice di pace di Lecce ha accolto la tesi di un automobilista sanzionato da un apparecchio approvato ma non sanzionato. Il tribunale leccese ha citato espressamente in sentenza la pronuncia della Cassazione, annullando il verbale. Pressoché certo l’effetto domino che si innescherà adesso. Studi legali già al lavoro in tutta Italia per fare coriandoli delle sanzioni. Un rischio avvertito anche nel Sannio, dove certo non mancano gli occhi elettronici «sparamulte», soprattutto sulla famigerata statale 372 Telesina, ma anche sulla Fondovalle Isclero, l’Appia, la statale 88 Sannitica.

Dalla Prefettura, la responsabile dell’area sistema sanzionatorio Mara De Feo non nega la condizione di impasse: «Nei giorni scorsi abbiamo trasmesso alla Polizia stradale una nota finalizzata a effettuare le verifiche del caso sugli apparecchi presenti sulle strade provinciali.

Abbiamo avviato un dialogo costante con le altre Prefetture per un confronto sulla linea da seguire. Finora tutti si erano allineati alle circolari del ministero Trasporti che, in precedenza, avevano equiparato il requisito dell’approvazione a quello dell’omologazione. Purtroppo, dalla pubblicazione dell’ordinanza di Cassazione, al momento manca una direttiva univoca, e ciò non agevola le decisioni da assumere localmente. Pertanto invieremo ad horas un apposito quesito al dipartimento della Polizia stradale e alla direzione generale sistema sanzionatorio del ministero, per comprendere il da farsi. Nelle more, abbiamo monitorato il contenzioso pendente ed eviteremo che vi siano ricorsi che finiscano in perenzione per decorso dei termini. Ma prima di procedere con un’eventuale archiviazione, attendiamo disposizioni dai competenti uffici».

All’opera anche la sezione provinciale della Polstrada: «Stiamo eseguendo i necessari accertamenti preliminari - spiega la responsabile Tiziana Orlacchio -. Stiamo acquisendo dai Comuni titolari di installazione la documentazione attestante la tipologia di apparecchio utilizzato e il livello di certificazione di cui dispongono. In altri termini, se sono anche omologati o solo approvati. In attesa che arrivino direttive omogenee valide per tutto il territorio nazionale, ritengo si debba procedere applicando alla lettera il Codice della strada che parla esclusivamente di omologazione».

Status di cui i numerosi autovelox disseminati nel Sannio, con ogni probabilità, non dispongono. Ma allora perché non spegnerli cautelativamente, come fatto ad esempio dalla polizia locale di Pordenone? Chiarissimo, del resto, l’articolo 142 (comma 6) del Codice della Strada: «Per la determinazione dell’osservanza dei limiti di velocità sono considerate fonti di prova le risultanze di apparecchiature debitamente omologate». Alzano la voce per chiedere chiarezza, o più esattamente una norma che salvi la giungla di apparecchi oggi presente un po’ ovunque, anche i sindaci: «Si proceda velocemente ad emanare le direttive utili a omologare gli autovelox», ha rivendicato il delegato Anci Marco Granelli due giorni fa in audizione presso la commissione Ambiente del Senato.

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