Dodici persone sono finite in carcere, 9 agli arresti domiciliari e 2 hanno ottenuto l'obbligo di dimora. Nei loro confronti la Dda ha ipotizzato a vario titolo i reati di tentata estorsione, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Il tutto con l'aggravante del metodo mafioso al fine di agevolare il clan Pagnozzi. L' indagine dei carabinieri ha avuto come campo d'intervento la Valle Caudina. La custodia cautelare in carcere è stata disposta per Alessandro Cavuoto, 76 anni, di Tufara, Aniello De Paola, 46 anni, Eugenio De Paola, 33 anni, Mario De Paola, 33 anni, di San Martino Valle Caudina, Vincenzo Lomasto, 30 anni, di Pomezia, Giuseppe Magliocca, 53 anni, di Roccabascerana, Giergy Nika, 31 anni, di Pomezia, Erminio Pagnozzi, 60 anni, residente a Ceppaloni ma domiciliato ad Aprilia, Paolo Pagnozzi, 62 anni, di San Martino Valle Caudina, Nino Piacentile, 54 anni, di San Martino Valle Caudina, Andrea Salsiccia, 50 anni, di Pomezia, Giulia Sopranzi, 39 anni, di Anzio. Gli arresti domiciliari sono invece stati applicati a Carmine Capozza, 53 anni, di San Giorgio del Sannio, Raffaele Corda, 51 anni, domiciliato a Pomezia, Aniello De Paola, 33 anni, di San Martino Valle Caudina, Francesco Magliocca, 25 anni, di Roccabascerana, Giuseppe Magliocca, 36 anni, di Roccabascerana, Emanuele Marigliano, 39 anni, di Napoli, Laura Radut, 37 anni, di Roccabascerana, Paolo Russo, 54 anni, di Ardea, Palmerino Venoso, 48 anni, di Roccabascerana.
Gli obblighi di dimora, infine, per Eugenio Padovano, 31 anni, di Pannarano, e Gennarina Russo, 26 anni, di Pannarano. Su disposizione del Gip Anna Imparato che ha emesso le ordinanze, i carabinieri del Comando provinciale di Benevento con l'apporto del Nucleo Cinofili di Sarno, hanno fatto scattare il blitz ieri mattina, nel Sannio e ad Avellino, Roma, Padova e Campobasso.
Scattate le indagini, gli autori del tentativo di estorsione venivano identificati in due esponenti del clan Pagnozzi, ora colpiti da custodia cautelare in carcere. Inoltre, le successive attività di perquisizione consentivano ai carabinieri di rinvenire e sequestrare, a carico di un indagato, i medesimi indumenti con i quali si era recato presso il cantiere. Le ulteriori indagini hanno portato alla scoperta di un intenso traffico di sostanze stupefacenti (cocaina e hashish) tra il litorale romano (Aprilia, Anzio, Pomezia), dove veniva approvvigionato gran parte dello stupefacente, e le province di Benevento ed Avellino, dove il sodalizio operava, sempre secondo l'accusa. Le indagini hanno consentito di individuare i gestori delle «piazze di spaccio» a San Martino Valle Caudina ed a Tufara Valle di Benevento, nonché di identificare una fitta rete di «corrieri» e «pusher».