«Saldi, chi viene ad Avellino è penalizzato»

«Saldi, chi viene ad Avellino è penalizzato»
di Antonello Plati
Martedì 2 Gennaio 2018, 10:23
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Al via venerdì i saldi invernali. Tuttavia, già da questa mattina tanti negozi, chi più chi meno velatamente, offrono riduzioni sui prezzi di cartellino fino al 20 o 30 per cento in attesa delle vere promozioni che da una decina di anni a questa parte dall'inizio della crisi economica del 2007 sono diventate la principale, per tanti la unica e sola, occasione per rinnovare, in particolare, il guardaroba.

«Ancora una volta, però, la città si fa trovare impreparata», dice Giulio De Angelis, direttore di Confcommercio Avellino, che striglia l'amministrazione comunale - «Deve dirci quando ha intenzione di riaprire il ponte della Ferriera». De Angelis ma sollecita comunque i clienti: «Spendete nella nostra provincia, non andate nei centri commerciali di Napoli e dintorni». Quindi, più dettagliatamente, spiega: «Il capoluogo continua a essere poco attrattivo a causa di una fruibilità problematica e degli scarsi servizi: pochi parcheggi, trasporto pubblico locale che taglia fuori diverse zone e cantieri infiniti. Insomma, un caos». A preoccupare di più il rappresentante degli esercenti sono i lavori che interessano il ponte della Ferriera, la cui chiusura «taglia la città in due, rendendo difficoltoso per circa 15mila persone che risiedono al di là del Ponte raggiungere il centro urbano. L'amministrazione comunale dica quando sarà riaperto».

Nonostante tutto, De Angelis è convinto che «da venerdì in poi ci sarà un sostanziale incremento degli incassi», in quanto intravede alcune condizioni favorevoli. «A cominciare da quelle meteorologiche, che rispetto agli anni passati sono in linea col periodo e questo incentiverà l'acquisto di capi stagionali, i quali sottolinea De Angelis sono gli unici che possono essere scontati». Come prevede, appunto, la legge: «I saldi dice la normativa in materia non riguardano tutti i prodotti, ma solo quelli di carattere stagionale e quelli suscettibili di notevole deprezzamento se venduti durante una certa stagione o entro un breve periodo di tempo, in quanto fortemente legati alla moda». In ogni caso, qualche accortezza per evitare fregature è d'uopo. Suggerisce De Angelis: «Controllate che il prezzo originale di ogni articolo sia sempre indicato in modo chiaro e inequivocabile, vicino alla percentuale di sconto e al prezzo scontato, quindi occhio alle nuove etichette che coprono il prezzo originale. Inoltre le merci in saldo devono essere tenute in zone separate rispetto a quelle non in saldo, in modo da non essere confuse».

 


La Guardia di finanza per evitare truffe, oltre a effettuare controlli a campione, ha stilato un vademecum, nel quale invita a «fare una valutazione del rapporto qualità prezzo e ricordare sempre che la riduzione non comporta una diminuzione di diritti di chi compra». Quindi, spiegano le fiamme gialle, «seguendo alcune semplici regole si potrà evitare di avere brutte sorprese. Sicuramente sarà utile fare un giro qualche giorno prima della data prevista per l'inizio dei saldi per essere sicuri che la merce che si troverà in negozio sia veramente quella di stagione e non un avanzo di magazzino». E ancora: «Consentire la prova del capo non è un obbligo, ma è rimesso alla discrezionalità del negoziante, ma quando è possibile, sempre meglio provarlo ricordando che, in assenza di difetti, la possibilità di cambiarlo non è imposta dalla legge, ma è anch'essa discrezionale». Infine, le garanzie: «Conservando lo scontrino, la legge garantisce il diritto di cambiare la merce difettosa. Il Codice del consumo ha introdotto dei nuovi articoli in base ai quali ogni bene acquistato gode di una garanzia piena e assoluta di due anni e di almeno un anno quando si tratta di un bene usato». Tutti i venditori, anche se dichiarano che i capi in saldo non si possono cambiare, in questo caso sono obbligati a farlo e se non è possibile la sostituzione, il cliente avrà diritto di scegliere se richiedere la riparazione del bene senza alcuna spesa accessoria, una riduzione proporzionale del prezzo o addirittura la risoluzione del contratto.
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