Ragazza dell'Est molestata da tre immigrati, il racconto in tribunale

Ragazza dell'Est molestata da tre immigrati, il racconto in tribunale
di Alessandra Montalbetti
Mercoledì 7 Marzo 2018, 02:27 - Ultimo agg. 06:35
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«Vieni qua, sei bella». Con questa espressione è iniziato l’incubo per A.C., una 40enne badante dell’Est Europa. «Stavo camminando lungo via Nazionale, quando tre giovani extracomunitari, mi hanno avvicinata e hanno iniziato a toccarmi alla ricerca di soldi e del telefono cellulare. Mi hanno toccato il seno e sono riusciti a slacciarmi il pantalone». Questa la ricostruzione fornita dalla persona offesa, al tribunale di Avellino, in composizione collegiale, presieduto dal giudice Luigi Buono, a latere Giulio Argenio e Lorenzo Corona. La donna fu derubata di 50 euro verso le ore 2.30 di notte del 25 marzo scorso a Monteforte Irpino. La stessa fu costretta a sdraiarsi a terra pronta a subire una violenza sessuale, stando alla ricostruzione effettuata dai carabinieri che in quel momento si trovavano a transitare in via Nazionale, impegnati nell’ambito dei quotidiani servizi disposti dal Comando Provinciale di Avellino finalizzati a garantire sicurezza e rispetto della legalità. Alla vista dei militari dell’Arma, i tre stranieri abbandonarono il loro intento, dandosi alla fuga a piedi, inseguiti dai carabinieri, che riuscirono a bloccarne uno, trovato in possesso del cellulare e parte dei 50 euro asportati alla vittima.

Le serrate indagini permisero poi di identificare e, dopo qualche ora, di trarre in arresto un secondo responsabile. Alla luce delle evidenze emerse i due stranieri, C.N. e O.O. di 22 e 32 anni, difesi dagli avvocati Quirino Iorio e Giuseppe Giammarino furono tratti in arresto e, successivamente alle formalità di rito espletate in caserma, tradotti presso la Casa Circondariale di Bellizzi Irpino. La malcapitata fu visitata dai sanitari del 118 che riscontrarono un forte stato di agitazione. Un terzo complice fu anche identificato, ma non fu riconosciuto dalla vittima che a distanza di pochi giorni dall’episodio fu sottoposta ad un trattamento sanitario obbligatorio emesso dal sindaco di Monteforte Irpino presso l’ospedale di Solofra.
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