Mercogliano. Partorisce in ambulanza, i parenti pestano il medico

Mercogliano. Partorisce in ambulanza, i parenti pestano il medico
di Alessandra Montalbetti
Domenica 7 Gennaio 2018, 14:32 - Ultimo agg. 15:07
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Rifiuta il ricovero in ospedale, partorisce il suo secondogenito in ambulanza a distanza di poche ore. E i familiari della donna aggrediscono fisicamente il ginecologo che l'aveva visitata e che le aveva prospettato la degenza in ospedale.

Accade di sera a Mercogliano, protagonista una giovane coppia di genitori, residente in via Parco Partenio. Coppia che intorno alle 21.20 si reca al Pronto soccorso ostetrico dell'ospedale «San Giuseppe Moscati» in quanto la donna, di origini serbe, al settimo mese di gravidanza, lamenta dolori addominali. La gestante viene sottoposta a tutti i controlli previsti dal protocollo. Il ginecologo di turno presso il presidio ospedaliero di Contrada Amoretta, al termine degli accertamenti, tra cui il tracciato, consiglia il ricovero anche se il collo dell'utero risulta chiuso. Dunque nessun segnale di un parto imminente. Il ginecologo prospetta, tra le altre ipotesi, che possa essere una colica renale alla base dei dolori avvertiti dalla donna. Quest'ultima, al termine della visita, rifiuta il ricovero firmando le dimissioni e facendo ritorno a casa.

Ma poco prima delle 23 la situazione precipita: i dolori si fanno sempre più incalzanti e compaiono le prime perdite. Di lì la decisione di richiedere l'intervento del 118 per un ulteriore controllo alla gestante, in preda alle doglie. Una volta giunti sul posto gli operatori sanitari del 118 fanno non poca fatica a convincere la donna a recarsi in ospedale per ulteriori controlli. Ma il suo bambino ha fretta di nascere, tanto che giunti in via Perrottelli viene alla luce. Fondamentale l'intervento del medico rianimatore dell'ambulanza dell'ospedale sopraggiunta sul posto per coadiuvare i colleghi della Croce Rossa.

 
Il piccolo, subito dopo esser nato, ha un arresto cardiaco e si salva grazie ad un lungo massaggio praticato per circa otto minuti dal medico dell'ambulanza dell'ospedale. Subito dopo prosegue la corsa in ospedale per garantire le adeguate cure al piccolo e alla sua mamma, che è in buone condizioni.
Il neonato viene trasferito nel reparto di terapia intensiva, dove versa tutt'ora in condizioni gravi. Ma una volta sopraggiunti all'ospedale i familiari del neonato, si vivono autentici momenti di tensione, giunti al culmine quando il ginecologo che aveva visitato e consigliato alla gestante di ricoverarsi, viene aggredito fisicamente dagli stessi parenti della donna. Il medico, probabilmente colpito da un pugno, viene scaraventato a terra e colpito più volte. A sedare gli animi solo il tempestivo intervento degli agenti della Questura di Avellino che riportano la calma.
Gli stessi agenti di polizia hanno poi provveduto ad ascoltare il ginecologo, subito medicato dai colleghi del Pronto soccorso dove gli hanno diagnosticato ferite giudicate guaribili in 20 giorni per i colpi ricevuti. Il medico al momento non ha presentato ancora denunce e non ha fornito agli inquirenti elementi utili per poter identificare il suo aggressore. Inoltre gli agenti della questura di Avellino hanno provveduto ad acquisire le cartelle cliniche sia della mamma che del neonato, ma al momento non sono state ancora sequestrate.
Nelle prossime ore gli agenti della squadra Mobile, coordinati dal vicequestore Michele Salemme, proseguiranno le indagini al fine di stabilire eventuali responsabilità mediche e a ricostruire quanto accaduto durante il primo accesso in Pronto soccorso della donna e del perché abbia deciso di rifiutare il ricovero prospettato dal medico di turno. Ascoltati anche i familiari della partoriente, i quali sostengono che sia stata dimessa solo poche ore prima del parto dopo esserle stata diagnosticata una probabile colica renale. Dunque le ulteriori indagini dovranno far chiarezza anche su questo aspetto, oltre che ad identificare chi abbia realmente aggredito e malmenato il ginecologo.
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