I Lupi a Montevergine. Per ringraziare Mamma Schiavona della salvezza conquistata. Nella foto con Tonino Iannaccone, il ristoratore-esploratore del Partenio. Con Novellino Enzo De Vito e tutti gli altri. Anche D'Angelo alla fine la montagna l’ha voluta davvero scalare: a piedi, lungo quei tornanti che in alcuni tratti tolgono il fiato. Era una promessa che aveva fatto a se stesso e prima di tutto a lei, che è stata una delle prime a conoscere, in quell’inverno di otto anni fa. Perché con Mamma Schiavona il legame è inevitabile: per chi è irpino e per chi di questa terra diventa figlio adottivo. Come Angelo d’Angelo. La sua storia di uomo e di calciatore si è unita a quella di una città che manco conosceva e che ora è diventata la sua tana, il suo mondo. “Ci sono pochi che amano l’Avellino come la amo io”: ha ripetuto a voce alta, chiara, in una notte di inferno e paradiso ritrovato, una di quelle notti che si vorrebbe rivivere all’infinito, ma solo nel finale.
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I Lupi a piedi a Montevergine
per ringraziare della salvezza
Sabato 20 Maggio 2017, 11:20
- Ultimo agg.
22 Maggio, 09:07
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