«Il mio sarà un 110% plus» commenta così, con una battuta, Jorit, al secolo Ciro Cerullo, l'impegno che lo vedrà realizzare i suoi murales anche ad Avellino nei quartieri Quattograna Est ed Ovest. Tre, forse quattro, dedicati ad altrettanti grandi figure del cinema italiano: Gian Maria Volontè, Ettore Scola, Sergio Leone e forse anche Marcello Mastrioanni: «Stiamo valutando i dettagli. L'operazione è in linea con altre a cui ho partecipato. L'obiettivo è accendere la luce, attraverso i miei disegni, su quei quartieri ignorati o che si fa finta di ignorare. Anche Avellino ha la sua periferia, dove magari certe situazioni non sono paragonabili ad altri contesti» spiega Jorit. Le ricadute sul territorio sono state sempre positive: «A priori non mi aspetto mai nulla. Caricare di attese e di risvolti sociali il lavoro di un artista può essere fuorviante. Ci proviamo. Può essere la scintilla per ridestare l'attenzione su dei luoghi. Sta poi alla responsabilità delle istituzioni. So che il sindaco interverrà anche sulla toponomastica di quei luoghi con delle intitolazioni ai personaggi che saranno oggetto delle opere. L'approccio con Festa è stato abbastanza concreto, naturale. Aveva in mente questa idea già da un anno».
Le opere di Jorit hanno lasciato il segno dovunque abbia operato, soprattutto sulla comunità locale: «Fortunatamente non è mai capitato che qualcuno di quei quartieri abbia osteggiato un mio intervento.
Jorit ritorna in Irpinia dopo essere stato ospite dello Street art festival Willoke riproducendo il volto di Vinicio Capossela su un edificio nella campagna di Vallesaccarda. Sfiderà anche un certo bigottismo o vandalismo di Avellino che non sempre ha accettato di buon grado le operazioni di street art. Ricordiamo le polemiche per La madonna ed il mandrillo di Atoche in viale Italia o il bambino di Bifido distrutto a Parco Santo Spirito. Bazzecole nei confronti a quello che ha vissuto Jorit a Betlemme dove il ritratto dell'attivista Ahed Tamimi gli costò un giorno di carcere un foglio di via da Israele per 10 anni. Tutt'altra accoglienza in Russia per il suo Gagarin ritratto su una facciata di un palazzo di 20 piani a Odincovo. La coppia di cicatrici sotto gli occhi che rimandano alla pratica africana della scarnificazione sono il segno distintivo delle sue opere ma anche del suo volto. Il messaggio è quello dell'uguaglianza, di unità della tribù in senso socialistico e solidaristico, contrapposto all'individualismo. «Tutt'egual song' 'e criature canta Enzo Avitabile: tutti dobbiamo avere gli stessi diritti».