Choc in Irpinia: nasconde il cadavere del padre in casa per intascarne la pensione

Choc in Irpinia: nasconde il cadavere del padre in casa per intascarne la pensione
Sabato 2 Settembre 2017, 11:28 - Ultimo agg. 18:21
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«È ricoverato in ospedale a Roma, nel reparto di terapia intensiva»: così Antonio Ricciardi, 47 anni, rispondeva agli amici che al bar gli chiedevano quali fossero le condizioni di salute del padre, Umberto, 77 anni, dipendente delle Poste in pensione. E lo ha fatto anche ieri sera, intorno alla mezzanotte, poco prima che carabinieri e vigili del fuoco, chiamati dai vicini che da giorni sentivano un insopportabile odore, giungessero nell'abitazione dove padre e figlio vivevano. Raccapricciante la scoperta: l'anziano genitore era morto da quasi due mesi e Antonio per non perdere i soldi della pensione, non lo aveva mai reso noto.

Umberto e Antonio Ricciardi vivevano in un'abitazione della palazzina di case popolari che si trova in via Papa Giovanni XXIII a Grottaminarda, in provincia di Avellino. Il cadavere, in avanzato stato di decomposizione, era sul letto, con una flebo ancora attaccata ad un braccio: sul comodino scatole di farmaci palliativi per alleviare i dolori di un cancro inarrestabile che gli era stato diagnosticato alcuni mesi fa. Antonio viveva con lui dopo la morte della moglie. Adesso è irreperibile.

Era con gli amici del bar, che si trova a poca distanza dalla sua casa, stavano organizzando una spaghettata per salutare l'estate: quando ha visto i carabinieri arrivare a sirene spiegate, ha capito di essere stato scoperto ed è sparito: per continuare a riscuotere la pensione del padre, da cui aveva ricevuto la delega per il ritiro, per due mesi ha taciuto la morte del genitore. Per settimane ha inondato l'abitazione di deodoranti e varrechina e, sembra, passasse la notte in luoghi di fortuna per non tornare in quella casa. Adesso lo ricercano in tutta la provincia di Avellino ed anche in altre regioni, dove risiedono parenti della famiglia. Non avrebbe responsabilità sulla morte del padre, il cui corpo si trova ora nell'obitorio dell'ospedale di Benevento a disposizione dell'autorità giudiziaria: dai primi esami, Umberto Ricciardi sarebbe morto per cause direttamente collegate alla malattia che l'aveva colpito.

Suo figlio Antonio era conosciuto da tutti nel comune della Valle dell'Ufita. All'apparenza affabile e amico con tutti, nonostante le numerose vicissitudini di cui è stato protagonista nel recente passato. Anche lui come suo padre, aveva lavorato alle Poste, prestando servizio al Cmp di Napoli, da cui era stato licenziato con l'accusa di aver distrutto la corrispondenza da consegnare e per aver sottratto dalla stessa assegni al portatore di enti e privati. Aveva anche ricevuto diverse denunce ed era stato anche arrestato, poi rimesso in libertà in relazione alle gravi condizioni di salute del padre: spacciandosi per ispettore delle Poste, aveva prosciugato i conti di anziani contadini della zona facendosi consegnare per falsi controlli le tessere del Bancoposta con relativi codici consegnandone altri taroccati.
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