Diffamazione: 7 giornalisti rinviati a giudizio

Diffamazione: 7 giornalisti rinviati a giudizio
Giovedì 9 Novembre 2017, 12:46
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Diffamazione a mezzo stampa: rinviati a giudizio sette su dieci giornalisti irpini. Ieri mattina il Gip Landolfi ha rinviato a giudizio i direttori e alcuni gionalisti delle principali testate giornalistiche cartacee e delle televisioni irpine. Il Gup ha emesso sentenza di non luogo a procedere solo per i direttori dei siti on line, ai quali per giurisprudenza consolidata non si applica la disciplina prevista per i quotidiani cartacei in materia di omesso controllo. Il processo inizierà il prossimo 15 gennaio dinanzi al giudice monocratico Giulio Argenio. I giornalisti sono stati rinviati a giudizio per avere divulgato - secondo l’accusa - notizie offensive e diffamatorie nei confronti di una cancelliera del Giudice di pace di Avellino, Eufemia Guerriero, che fu raggiunta da un decreto di perquisizione che fu  effettuata dagli Agenti della squadra Mobile di Avellino nel luglio del 2015.  Perquisizione che fece seguito ad altre presso il Palazzo comunale di Avellino e l’ Azienda Città Servizi. La cancelliera sarebbe stata considerata, dai giornalisti, colei che avrebbe divulgato notizie coperte dal segreto istruttorio ad altri indagati nell’inchiesta sull’Azienda Città Servizi. Dopo la denuncia nei confronti dei giornalisti da parte della cancelleria la Procura di Avellino aprì un’inchiesta, conclusa con le richieste di rinvio a giudizio nei confronti dei giornalisti, nonostante il pubblico ministero Paola Galdo, in un primo momento, avesse chiesto l’archiviazione per tutti gli indagati sottolineando l’interesse sociale alla divulgazione della notizia, la continenza delle espressioni utilizzate e la verità della notizia nel suo nucleo essenziale al di là di alcune insignificanti imprecisioni. Richiesta di archiviazione che fu rigettata dal Gip Antonio Sicuranza a seguito di opposizione della persona offesa. I giornalisti hanno fatto appello alla verità della notizia, oltre che alla sua fondatezza, suffragata anche da una serie di documenti acquisiti  dai professionisti finiti alla sbarra.
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