Il delitto di Fosso Santa Lucia,
è caccia al quarto uomo

Il delitto di Fosso Santa Lucia, è caccia al quarto uomo
di Gianluca Galasso
Martedì 11 Dicembre 2018, 12:30
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«Altre persone potrebbero essere coinvolte nella tragedia di Calata Santa Lucia alle Fornelle. Ma sarà la magistratura a verificarlo». L'ipotesi emerge a seguito delle dichiarazioni rese ieri da Ylenia Fabrizio, la diciottenne scampata al massacro del 15 novembre scorso nel centro storico di Avellino. A farlo sapere è l'avvocato, Rosaria Vietri, che assiste la ragazza ascoltata dai magistrati impegnati nelle indagini sulla tragedia.

È stata proprio Vietri a chiedere che la giovane fosse nuovamente ascoltata dai pm Paola Galdo e Vincenzo Toscano, titolari del fascicolo. Dalle dichiarazioni sarebbero venuti fuori altri particolari sulle ore immediatamente precedenti al delitto di Claudio Zaccaria, al ferimento di Ylenia e all'epilogo con Gianmarco Gimmelli, che s'è poi lanciato dalla finestra per farla finita. Il trentaduenne di Monteforte Irpino è spirato dopo tredici giorni di agonia all'ospedale Moscati.
 
Gli elementi forniti da Ylenia potrebbero aprire nuovi scenari. «Ylenia ha voluto parlare con i magistrati perché ha ricordato a distanza di qualche tempo alcuni particolari che sono importanti e potrebbero rivelarsi utili agli inquirenti - spiega l'avvocato Rosaria Vietri - Per questi motivi ho ritenuto opportuno che Ylenia potesse mettere a conoscenza degli investigatori dei ricordi che stanno affiorando. Vuole essere d'aiuto in questa attività che gli inquirenti stanno portando avanti».

L'indagine della Procuraprosegue in maniera certosina, anche dopo il decesso di Gimmelli, ritenuto l'autore dell'omicidio di Claudio Zaccaria e delle tre coltellate alla gola inferte a Ylenia. «Il contributo alle indagini può essere rappresentato non solo dalla ricerca del movente, ma anche dalla verifica circa l'ipotesi che Gimmelli abbia agito da solo o con altri. Non entro nei particolari, perché è giusto che si mantenga il dovuto riserbo sulla questione. Altre persone, insomma, potrebbero essere coinvolte», sottolinea Rosaria Vietri. L'inchiesta, dunque, non si ferma. La Procura procede a trecentosessanta gradi per scoprire la verità su quella tragica mattina che ha sconvolto la città e la provincia. Un dramma che ha distrutto la vita di tre ragazzi e delle loro famiglie. Si stanno ricostruendo le ore precedenti ai fatti di sangue. E soprattutto si cerca di capire il movente che ha scatenato la follia omicida. I tre ragazzi, prima che deflagrasse la rabbia e s'arrivasse al dramma, avevano trascorso momenti di relax insieme a guardare un film davanti al televisore. Il medico legale Lamberto Pianese ha eseguito nelle scorse settimane gli esami tossicologici su Gimmelli e Zaccaria per verificare l'eventuale assunzione di sostanze stupefacenti. I risultati si dovrebbero conoscere a stretto giro di tempo, mentre l'autopsia sul corpo di Zaccaria ha confermato che il ventiquattrenne di Mercogliano ha provato a difendersi. Il suo è stato un estremo tentativo di parare le coltellate. Sul volto sono state trovate ferite dovute alla punta della lama, oltre a tagli sui palmi delle mani.

Affidate dalla Procura anche le verifiche sui dispositivi elettronici di proprietà dei tre giovani. Il perito incaricato sta passando al setaccio computer, tablet e smartphone alla ricerca di possibili indizi per la ricostruzione della vicenda. Al vaglio, inoltre, i tabulati telefonici. All'interno dell'abitazione di Calata Santa Lucia alle Fornelle è stato sequestrato diverso materiale. Sarebbero stati trovati due coltelli e una bottiglia con un foro laterale per inserire una pipetta necessaria per fumare sostanze stupefacenti.
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