Nuovo Clan Partenio: hanno lasciato il carcere altri due presunti sodali e condannati già in primo e secondo grado per la loro partecipazione all'organizzazione criminale di stampo camorristico operativa in Irpinia. Sono stati scarcerati Elpidio Galluccio e Filippo Chiauzzi condannati in primo grado rispettivamente - al termine del rito abbreviato - a 13 anni e 4 mesi di reclusione e a 11 anni e 10 mesi, successivamente ridotti in appello a 10 e a 9 anni. I due erano ristretti dall'ottobre del 2019 e dopo poco più di quattro anni di reclusione i giudici hanno accolto l'istanza di perdita di efficacia della misura cautelare per Chiauzzi e Galluccio, presentata dal difensore dei due imputati, l'avvocato Domenico Dello Iacono del foro di Napoli. Anche per i due esponenti del clan capeggiato dai fratelli Galdieri (condannati nel luglio dello scorso anno a 25 anni Pasquale e a 21 Nicola, i quali sono in attesa del processo di secondo grado) è stata accolta la questione della perdita di efficacia della misura - quando è stata pronunciata la sentenza di condanna - ancorché sottoposta a impugnazione, se la durata della custodia già subita non è inferiore all'entità della pena irrogata.
Con la scarcerazione di Filippo Chiauzzi ed Elpidio Galluccio salgono a quattro quelle effettuate in meno di una settimana dopo l'accoglimento delle istanze di perdita efficacia della misura cautelare presentate dai loro difensori.
I quattro erano finiti in carcere, nell'ottobre 2019, dopo l'emissione di ben 26 misure cautelari con le quali è stato smantellato il Nuovo Clan Partenio. Il processo di primo grado si è concluso per Pasquale e Nicola Galdieri, Carlo Dello Russo, Ernesto Nigro, Diego Bocciero, Luigi De Simone, Angelo Genito, Antonio Matarazzo, Giuseppe Moscariello, Ludovico Nittolo, Mario Rosania, Antonio Taccone, Carmine Valente. Ed ancora Giuseppe Giovanni Volpe e Renato Freda, Giuliana Brogna, Giuseppina Nigro, Martino De Fazio, Franco Ambrosone, Giuseppe Durante, Sabino Mariano e Pellegrino Cucciniello ed accusati di associazione di stampo camorristico per i quali i giudici del tribunale di Avellino hanno inflitto circa tre secoli di carcere.