Bus in scarpata in Irpinia, tecnico:
«Sicurezza autostrada era garantita»

Bus in scarpata in Irpinia, tecnico: «Sicurezza autostrada era garantita»
Venerdì 17 Febbraio 2017, 16:36 - Ultimo agg. 17:11
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Le barriere poste sul viadotto Acqualonga della A16 Napoli-Canosa offrivano sufficienti garanzie di sicurezza e non andavano riqualificate o sostituite. Lo ha sostenuto Paolo Anfosso, progettista della Società Autostrade, nell'udienza del processo in corso ad Avellino per l'incidente nel quale il 28 luglio del 2013 persero la vita 40 persone che in autobus stavano tornando a Pozzuoli ( Napoli), dopo una gita a Telese e Pietrelcina, (Benevento).

«I new jersey installati sul viadotto - ha affermato Anfosso - alla data dell'incidente, garantivano tutti gli standard di sicurezza». Incalzato dalle domande dell'accusa, rappresentata dal Procuratore Rosario Cantelmo, e dai pm Cecilia De Angelis e Adriano del Bene, Anfosso ha detto che la decisione di non effettuare interventi di manutenzione o riqualificazione su quel tratto autostradale, «venne condivisa con i responsabili della struttura tecnica».

Anche sulla base della testimonianza resa nella udienza precedente da Carlo Cresta, ex funzionario dell'Autorità, secondo il quale «le barriere a protezione del viadotto andavano sostituite su tratti ritenuti significativi, in quanto interessati da interventi di riqualificazione e non di manutenzione», la Procura ha chiesto al giudice monocratico che presiede il processo, Luigi Buono, la trasmissione della testimonianza al suo ufficio, per le valutazioni di merito. La Procura potrebbe ipotizzare nei confronti del progettista della società Autostrade, il reato di falsa testimonianza.
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