Aias, trovati nei pc i file segreti:
«Scoperta la lavatrice delle fatture»

Aias, trovati nei pc i file segreti: «Scoperta la lavatrice delle fatture»
di Gianni Colucci
Giovedì 31 Maggio 2018, 10:34
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Una commissione del 20% alla famiglia Preziuso per l'emissione di fatture che giustificavano l'ottenimento di finanziamenti pubblici. È quanto emerge dall'inchiesta della Procura di Avellino sui rapporti tra la Onlus «Noi con loro» e una serie di società che operavano come satellite. L'ipotesi di reato del procuratore della Repubblica Rosario Cantelmo e del procuratore aggiunto Vincenzo D'Onofrio che ha firmato le ordinanze di sequestro preventivo urgente di conti bancari e proprietà dell'Aias è la truffa attraverso la distrazione di fondi pubblici. L'importante lavoro svolto dalla guardia di Finanza ha consentito di ricostruire i meccanismi messi in atto dagli indagati che ovviamente avranno in tutte le sedi modo di poter spiegare i loro comportamenti.
 
E il segreto del rapporto tra le società dei Preziuso, la «Hs Soluzioni Srl» e la Onlus, è contenuto nei files di un computer incrociati con la documentazione bancaria raccolta tra il novembre 2017 e lo scorso 25 maggio 2018. In un appunto riservato si evince che da due fatture da 68mila euro, era indicato in 8900 euro la somma relativa ai costi sostenuti (in sostanza i materiali forniti alla Onlus da Preziuso), il 20% della quota concordata per l'emissione delle fatture (in questo caso 13.700 euro) con la riga conclusiva indicata come «a rendere» con la cifra di 46.089 euro. Il pool inquirente non si spinge a dire a chi fosse riservata quest'ultima cifra al termine dell'analisi delle attività di verifica sui conti «Hs soluzioni» da parte della guardia di Finanza. Ma ricostruisce invece come avveniva «attraverso numerosi passaggi bancari volti all'occultamento delle provviste, l'acquisizione finale in contanti di una parte delle somme oggetto dei finanziamenti ricevuti dalla Regione Campania (da Aias o dalla Noi con loro); contanti che, dalle mani di Massimo Preziuso, raggiungevano i vari destinatari (in parte ancora ignoti)». Secondo la Procura, insomma, sarebbe Massimo Preziuso il regista della gestione della complessa contabilità che lega le due attività. La nota contabile interna recuperata da un pc di Preziuso indica con precisione l'importo dell'asserita fornitura; gli importi per l'imposta Iva al 22 per cento e, infine, una terza colonna intestata appunto 20% i cui sono riportati gli importi «destinati verosimilmente ai Preziuso». «In sostanza - evidenziano gli inquirenti - il loro margine di profitto di quella presunta fattura». L'analisi del materiale consente ai pm di ritenere che i numerosi giri di conto che Preziuso faceva sulle somme di denaro, permettevano di distrarre le consistenti somme di denaro oggetto dei finanziamenti ricevuti dall'associazione «Noi con loro» di Anna Maria Scarinzi e destinarle, attraverso una sequenza di passaggi volti a celarne la destinazione finale, ai diversi soggetti interessati». E una contabilità completa à che consentiva di tenere sotto controllo i diversi passaggi.

Da un foglio Excel sono state annotate nel marzo 2017 (era il 21 marzo, primo giorno di primavera), le entrate e le uscite relative al famoso progetto biblioteca, quello per il quale una prima tranche di finanziamento da 70 mila euro ottenuto dalla Regione Campania, era stata destinata all'acquisto di attrezzature informatiche per la digitalizzazione della biblioteca. In realtà lo scanner che avrebbe dovuto consentire di produrre files leggibii con il braille, destinati ai ciechi dunque, sono rimasti inutilizzati. Assai severa la conclusione degli investigatori: «In sostanza, e assodato ora in via definitiva, attraverso proprio la lettura di questo appunto riservato, che fornitura non vi fu, quell'importo rappresenta la parte di guadagno illecito che Massimo Preziuso e suo figlio Marco si sono garantiti per essersi prestati ad emettere quelle fatture per operazioni inesistenti». Secondo quanto rilevato in sede di verifiche bancaria, «l'Hs soluzioni» non avrebbe tra l'altro, versato l'Iva dovuta nel 2017.

Destinatario di questi vantaggi, un cerchio magico dunque composto dai Preziuso, che tra l'altro avevano disponibilità di computer e uffici direttamente nella Onlus, pur non essendone dipendenti, e la famiglia De Mita, in particolare Annamaria e le figlie Simona e Floriana. Ironia della sorte gli appunti riservati della contabilità parallela o fittizia sono stati ritrovati direttamente su un computer nella sede Aias, quello usato da Massimo Preziuso, quasi a conferma di un filo unico che legava fornitori e committenti. In questo modo, ritengono gli inquirenti, «i fondi destinati a finalità pubbliche siano divenuti invece profitto esclusivo di una cerchia di persone ruotanti intorno alla figura della Scarinzi». Si tratta di fondi regionali, in particolare del progetto Biblioteca per tutti che sono stati distratti per interessi privati, tutti in favore della Scarinzi e di persone a lei legate da interessi familiari (le figlie) o economici (i Preziuso). Tutti i protagonisti - secondo la procura - avevano consapevolezza di mettere in scena un'apparenza diversa dalla realtà. Nel cerchio magico anche il professore di filosofia, Antonio Negrelli che, se non altro, alla digitalizzazione ci lavorava davvero.
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