Claudio ucciso con una coltellata
al collo: l'ipotesi del vecchio debito

Claudio ucciso con una coltellata al collo: l'ipotesi del vecchio debito
di Gianluca Galasso
Domenica 18 Novembre 2018, 12:30
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Una coltellata al collo ha ucciso Claudio Zaccaria. Un fendente mortale. Ma prima la punta della lama impugnata da Gianmarco Gimmelli gli ha provocato altre ferite al volto e alle mani, a testimonianza del tentativo estremo del venticinquenne di Mercogliano di difendersi. Poi, purtroppo, non è più riuscito a farlo.

Ieri pomeriggio è stata eseguita l'autopsia sul corpo del ragazzo assassinato giovedì mattina nell'appartamento in Calata Santa Lucia alle Fornelle nel centro storico della città. L'esame è stato effettuato dal medico legale, Lamberto Pianese, che ha ricevuto l'incarico dalla Procura. La salma di Claudio è stata liberata e riconsegnata ai familiari per celebrare i funerali. Le esequie si terranno oggi alle 15 a Sant'Angelo a Scala. Le analisi tossicologiche compiute ieri da Pianese forniranno importanti indicazioni sull'eventuale assunzione di sostanze stupefacenti da parte della vittima. Nella casa degli orrori, tra l'altro materiale sequestrato, è stata recuperata una bottiglia a cui è stato praticato un foro laterale per consentire di inserire una cannuccia. Con molta probabilità per fumare sostanze stupefacenti. Ma saranno gli approfondimenti che si stanno portando avanti in questa fase a rivelare che tipo di droga sia stata eventuale utilizzata. I risultati delle analisi specifiche, a quel punto, confermerebbero l'ipotesi assai accreditata che nell'appartamento sia stato fatto uso di sostanze. E se Gianmarco Gimmelli abbia agito in uno stato di alterazione psicofisica.
 
Claudio Zaccaria ha provato a difendersi dalla furia dell'amico. Lo dimostrano le ferite sul volto e sulle mani con le quali ha tentato di parare i fendenti sferrati dal trentaduenne di Monteforte. Una colluttazione scatenata da motivi che gli inquirenti stanno cercando di accertare. Prende corpo l'ipotesi di un debito alla base della lite. Denaro che uno dei due avrebbe dovuto restituire all'altro. Ma altre piste comunque vengono seguite. In mezzo sarebbe capitata la fidanzata di Claudio, Ylenia Fabrizio, la diciottenne pure rimasta gravemente ferita dalle tre coltellate inferte da Gimmelli.

Da ricostruire le ore immediatamente precedenti ai gravi fatti di sangue che hanno sconvolto l'Irpinia. Le indagini coordinate dai magistrati Paola Galdo e Vincenzo Toscano procedono in maniera serrata. Le investigazioni sono affidate agli agenti della Squadra Mobile della Questura di Avellino, guidati dal vicequestore Michele Salemme. Si stanno recuperando le informazioni che vengono fuori dai tabulati telefonici per capire i tre ragazzi con chi sono stati in contatto tra mercoledì e la mattinata di giovedì, quali celle si sono collegate ai rispettivi dispositivi e se esistono messaggi sms o whatsapp che potrebbero fornire indicazioni preziose.

Ancora non c'è chiarezza sull'orario dell'incontro tra la coppia (giunti soli sul posto o accompagnata da qualcuno?) e Gimmelli. Riflettori sull'arrivo nell'appartamento da parte degli investigatori. Potrebbe essere avvenuto intorno alle 2,30 della notte. Poi sarebbero andati via per farvi ritorno. Ma dalla famiglia e dal legale di Ylenia Fabrizio, l'avvocato Luciano Trofa, viene smentita questa circostanza. Secondo la loro versione la ragazza è giunta presso quell'abitazione solo di mattina. La diciottenne potrebbe essere ascoltata nuovamente dagli inquirenti nelle prossime ore. Il difensore di Gianmarco Gimmelli, l'avvocato Gaetano Aufiero, attende di leggere gli atti. Per ora non si sbilancia. Domani dovrebbe incontrare il padre dell'assistito.
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