Operaio morto in cantiere,
a processo imprenditori e comunali

Operaio morto in cantiere, a processo imprenditori e comunali
di Alessandra Montalbetti
Venerdì 21 Settembre 2018, 12:00
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MONTELLA - Giustizia per l'operaio Raffaele Musto. A chiederlo i familiari della vittima, ieri mattina, dinanzi all'aula delle udienze preliminari del tribunale di Avellino dove i titolari delle società impegnate nei lavori di rifacimento del sistema fognario, le società in quanto tali e un dipendente dell'ufficio comunale di Montella, sono stati rinviati a giudizio per il decesso sul luogo di lavoro.

Il giudice Antonio Sicuranza ha stabilito che dovranno affrontare il processo - che inizierà il 14 gennaio prossimo davanti al giudice monocratico Giulio Argenio - gli imprenditori Antonio Fioretti 47 anni di Atripalda e Antonio Bulfaro, 65enne di Castronuovo di Ponza, titolari delle ditte sotto indagine e rinviate a giudizio in qualità di persone giuridiche, e il 56enne Michele Gambone, dipendente comunale di Montella nonché coordinatore in materia di sicurezza per i lavori finiti in tragedia accusati, in concorso, di omicidio colposo. Raffaele Musto, operaio cinquantenne di Contrada, rimase schiacciato da una frana improvvisa, mentre lavorava nel cantiere per la realizzazione del depuratore nel territorio di Montella, in località Baruso.
 
La tragedia si verificò il 3 maggio del 2016. La sorella della vittima, assistita dall'avvocatessa Valentina Domenica Musto, si è costituita parte civile nei confronti dei tre imputati e agirà in sede civile contro le due aziende coinvolte nell'inchiesta. Le altre dieci parti civili, rappresentate dall'avvocato Michele D'Agnese, hanno deciso di procedere direttamente in sede civile. Durante l'udienza preliminare la difesa del tecnico comunale, rappresentata dall'avvocato Giuseppe Saccone, ha contestato l'inutilizzabilità della consulenza effettuata dai periti nominati dalla Procura avellinese e firmata dagli ingegneri Alessandro Lima e Carmine Marinelli, affiancati dal geologo Giovanni Auriemma e dal medico legale Elena Picciocchi.

Eccezione respinta dal gup Sicuranza dopo l'opposizione del pubblico ministero Luigi Iglio e dalla difesa della parte civile, in quanto è una questione sulla quale dovrà pronunciarsi il giudice in fase dibattimentale. E sarà sempre il giudice del dibattimento a sciogliere un altro nodo affrontato in parte nel corso dell'udienza di ieri, relativo ad alcuni documenti redatti dai carabinieri di Montella durante le indagini e già presenti nel fascicolo del pubblico ministero. Oggetto della diatriba tra accusa e difesa la presunta mancanza del consolidamento o comunque dell'armatura del terreno, che ad avviso degli inquirenti era stato compromesso dalle piogge e dagli agenti atmosferici, oltre alla presunta assenza del divieto da imporre ai lavoratori di avvicinarsi alla parete di attacco interessata da alcuni interventi e ancora la presunta assenza delle necessarie armature di sostegno delle pareti dello scavo. Il pool di difensori è costituito dagli avvocati Carmela Tirella, Nello Pizza, Giuseppe Saccone, Donatello Cimadomo, Paolo Lorusso e Paolo Cillis del foro di Potenza.
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