Numerose le conversazioni intercorse tra i due Guerriero, la dirigente Smiraglia e il primo cittadino. Frasi registrate dagli inquirenti sia mettendo sotto controllo i telefoni degli indagati che attraverso intercettazioni ambientali. Alla dirigente napoletana era stata consegnata la gestione di settori nevralgici dell'ente di piazza del Popolo. A lei sono stati affidati i lavori pubblici, il personale, il patrimonio - infrastrutture, la Suap e il commercio. Ed alcune intercettazioni sarebbero relative agli alloggi Erp (edilizia residenziale pubblica) di rigenerazione urbana per l'efficientamento energetico, lotto 1 e l'affidamento degli incarichi per effettuare delle analisi geologiche per poter dare il via ai lavori. Un'ipotesi fino a questo momento, che gli indagati potranno confutare con i loro legali davanti al magistrato.
È quanto emergerebbe dalle circa cento pagine di atti depositati venerdì ed ora nelle disponibilità dei legali Marco Campora e Marino Capone, difensori degli indagati Filomena Smiraglia, Diego Guerriero (consigliere di maggioranza eletto nel 2019 con la lista "W la libertà" che per anni ha ricoperto il ruolo di tecnico negli uffici amministrativi di piazza del Popolo come collaboratore occasionale in quanto geologo), e suo fratello Fabio (architetto, nominato nel 2018 fino a marzo 2023 presidente dell'ente Parco dei Monti Picentini) che venerdì prossimo discuteranno il riesame davanti al tribunale di Avellino, sezione reale presieduta dal giudice Sonia Matarazzo.
In quella sede i legali discuteranno dopo aver impugnato il decreto di perquisizione e sequestro di telefonini, documenti e altri dispositivi informatici.
Un vecchio rapporto di conoscenza avrebbe legato la dirigente comunale Filomena Smiraglia ai fratelli Diego e Fabio Guerriero. I tre indagati si conoscevano già prima dell'incarico affidato dal sindaco di Avellino, Gianluca Festa da dirigente comunale di origini napoletane, in forza alla pianta organica del Comune di Avellino dal 2021, assunta ex articolo 110 del Tuel ed a tempo determinato.
La procura di Avellino - che ha iscritto sei indagati nel filone degli appalti pubblici - guidata da Domenico Airoma, ipotizza che alcuni dei più importanti appalti, gestiti dal Comune di Avellino, siano stati condizionati dai tre finiti nel registro degli indagati insieme al sindaco Gianluca Festa e ai fratelli Gennaro e Andrea Canonico, rispettivamente presidente e commercialista della Del-Fes ed accusati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d'asta, abuso d'ufficio, emissione di fatture false per operazioni inesistenti.
Ad avviso della pubblica accusa i fratelli Guerriero avrebbero fatto da raccordo tra le varie aziende alle quali sono stati affidati i grandi appalti indetti dagli uffici di Piazza del Popolo e travolti dalla vicenda giudiziaria.