La ragione dell'invito, «oltre ogni dogma» spiega il sacerdote, risiede nel fatto che nel presepe vivente di Capocastello organizzato dai giovani dell'oratorio, nella mangiatoia si danno il cambio due bambini nigeriani, fratello e sorella, ospiti con i genitori di religione musulmana di un centro di accoglienza per migranti a Venticano. Il bambino, Merci di sette mesi, lascia il posto alla sorellina Destiny di un anno e mezzo, quando arriva l'ora della poppata: Angela, la giovane madre di 22 anni, provvede alla sostituzione senza per questo provocare turbamento nelle centinaia di visitatori che nella giornata di ieri hanno visitato la rappresentazione.
Negli anni scorsi, prima di essere rimosso dalla parrocchia di Sant'Angelo a Scala dopo una serie di scontri con l'Abate di Montevergine, don Vitaliano aveva scelto una bambina, Antonietta, figlia di profughi serbi fuggiti dalla ex Jugoslavia per rappresentare Gesù Bambino nel presepe vivente: «Serve davvero a niente il fanatismo rispetto alla rappresentazione della nascita di Gesù - spiega don Vitaliano - che invece è occasione di dialogo pacifico e riflessione».
Quindi l'invito con annesso consiglio «meteorologico», per la rappresentazione in programma il 30 dicembre, alle attiviste di Femen: «Le aspettiamo a Capocastello. Se hanno voglia di capire, sarà una buona occasione per farlo»