Avellino verso la spallata a Ciampi:
pronto l'atto per la sfiducia

Avellino verso la spallata a Ciampi: pronto l'atto per la sfiducia
di Flavio Coppola
Venerdì 21 Settembre 2018, 12:00
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La bozza del documento per la sfiducia al sindaco Ciampi c'è già. Le firme, 13 quelle necessarie, al momento sono 10. Pronti a mandare a casa l'amministrazione ci sono i 5 «Popolari» di Nello Pizza, i tre consiglieri di «Maipiù», Dino Preziosi («La Svolta inizia da te») e Nadia Arace («SiPuò»). Per chiudere, manca l'ok definitivo di Gianluca Gaeta («Insieme Protagonisti») e a sorpresa di Ines Fruncillo e Lazzaro Iandolo, per Forza Italia. I tre chiedono che nella mozione rientri anche il Pd, i cui voti sarebbero fondamentali al momento del voto. Seppure scontato, il via libera di «Sipuò» arriverà lunedì sera, dopo il confronto tra Arace e i partiti della sinistra. L'intesa di massima si è consumata nel confronto, al quale hanno partecipato tutti i gruppi in questione, svoltosi l'altro giorno presso lo studio dell'avvocato Pizza. La mozione, trovata la quadra, verrebbe depositata non prima di martedì alla presidenza del Consiglio comunale. Secondo la norma, Ugo Maggio avrebbe da 10 a 30 giorni di tempo per calendarizzare il decisivo voto in aula. A questo punto, imprescindibilmente, i gruppi del Pd e di «Davvero» dovrebbero uscire allo scoperto. Perché in aula servirà un quorum minimo di 17 sì.
 
Il documento già messo nero su bianco parte dalla premessa che l'amministrazione Ciampi non si è dimostrata capace di aumentare i propri numeri e creare consenso. Quindi, passa in rassegna i primi due mesi di amministrazione alla luce di due filoni fondamentali. Da una parte, i limiti amministrativi: dalla variazione di bilancio del Ferragosto alle linee programmatiche; all'altra, quelli politici, e un approccio reputato marcatamente antidemocratico: dalle vele delle gogna alle locandine via «Facebook». La sensazione è che ormai sia solo questione di tempo. Poco. «Se continuiamo di questo passo spiega Pizza - il clima già insopportabile in Consiglio si farà ancor più rovente. Bisogna chiudere questa consiliatura». Al Pd, che ha rinviato tutto a novembre, per giocarsi prima la partita delle provinciali, lancia un messaggio perentorio: «Capisco le loro ragioni, prettamente elettorali, ma non le condivido. Tolte le provinciali, perché non sfiduciare Ciampi adesso? Il Pd deve prendersi le responsabilità di fronte alla gente. Del resto, nel merito, siamo tutti d'accordo». Il sì dei democrat, come detto, serve anche per le 13 firme iniziali. Ines Fruncillo (Fi), lo dichiara senza giri di parole: «Per noi, non ci sono vie di mezzo: o si governa o si va a casa. Per questo, se sulla mozione ci saranno 15 firme, le altre 2 saranno le nostre. Altrimenti non ci saremo». Ma dal fronte democrat, il capogruppo Enza Ambrosone ribadisce la posizione condivisa dal Pd a via Tagliamento nei giorni scorsi. Sì alla sfiducia, ma dopo le provinciali. «Eviterei fughe in avanti, posto che in Consiglio comunale abbiamo dichiarato che la linea è chiara e condividiamo tutti il fatto che questa amministrazione sia finita. Rispetto a questo fatto, è un dettaglio tecnico dire come andiamo avanti». Per il resto, il Pd è pronto a contribuire a scrivere la sfiducia. «Non vorrei che perdessimo di vista l'obiettivo, lavoriamo a un testo che possa ricomprendere le ragioni di tutti. Altrimenti, rischiamo di mettere tutto in discussione per un'accelerazione». La resa dei conti, insomma, si avvicina.
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