Amministratori minacciati,
in Irpinia scatta l'allarme

Amministratori minacciati, in Irpinia scatta l'allarme
di Rossella Fierro
Sabato 21 Aprile 2018, 11:10
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Amministratori irpini sotto tiro. La provincia di Avellino scala la classifica negativa di sindaci, assessori, consiglieri comunali oggetto di atti intimidatori.

Secondo il report 2017 stilato da «Avviso Pubblico», la rete di enti locali per la promozione della cultura della legalità, l'Irpinia conta 22 casi, il triplo di quelli registrati nell'anno precedente, e si posiziona dopo Napoli al secondo posto della classifica regionale. Una situazione che va però analizzata caso per caso. «Da una superficiale lettura potrebbe venire fuori un allarme criminalità maggiore ad Avellino che a Caserta o a Salerno, cosa che non corrisponde ai dati forniti dalle relazioni annuali della Dda», si legge nel rapporto.

Maggiore preoccupazione desta chiaramente quanto accaduto nel comune di Quindici, già sciolto per mafia nel 1993 e nel 2002. Qui il 9 luglio un terreno di proprietà della moglie del sindaco Edoardo Rubinaccio, venne dato alle fiamme. Una ritorsione dopo la decisione, assunta attraverso delibera, di acquisire i beni confiscati al boss pentito Felice Graziano e all'ex sindaco Antonio Siniscalchi.

Dei tre casi registrati ad Avellino, due sono legati alla mancata assegnazione del bando parcheggi. «Stai attento a quello che devi fare», è il contenuto della telefonata minatoria ricevuta l'8 maggio dal comandante della Polizia Municipale Michele Arvonio che, di lì a pochi minuti, avrebbe dovuto partecipare alla seduta pubblica di apertura delle buste per l'affidamento. Il 4 novembre poi il sindaco Paolo Foti venne insultato e minacciato in maniera pesante nella sala consiliare mentre è in corso una seduta proprio sulla vicenda parcheggi. Fu in quell'occasione che, di concerto con la Prefettura, fu deciso di rafforzare il servizio di vigilanza sul primo cittadino che già a gennaio era stato oggetto di telefonate e molestie da parte di un giovane con gravi problemi psichici.

 

Particolarmente tesa la situazione a Monteforte Irpino, con ben 9 casi in soli due mesi. Tra aprile e maggio arrivarono all'indirizzo del sindaco Costantino Giordano e dell'assessore ai fondi europei Carmine Tomeo, lettere di minacce. «Stai ficcando il naso in faccende che non ti riguardano. Meglio che ti dimetti o farai la fine del Sindaco Vassallo», uno dei messaggi recapitati al primo cittadino. Nel mirino anche Katia Renzulli, delegata alle attività produttive, a cui viene squarciata una ruota dell'auto. Il 7 maggio poi, un sacchetto contenente alcuni bulloni di piombo venne recapitato al presidente del consiglio comunale Vincenzo Napolitano. Episodi che solo in parte si rivelarono legati a iniziative individuali.
Di matrice sociale quanto avvenuto a Montoro dove prima venne incendiata la porta di ingresso dell'abitazione del sindaco Mario Bianchino, poi la sua automobile. L'autore, identificato dai Carabinieri, un 35enne del posto in difficili condizioni economiche. Ascrivibili alla stessa ragione, i casi di Rotondi, dove il sindaco Antonio Russo venne minacciato per strada da un uomo che gli intima di trovare un posto di lavoro al fratello, e di Volturara Irpina dove, a pochi giorni dall'avvio degli sfratti forzati degli abusivi dagli alloggi popolari, venne incendiata la porta di casa dell'assessore Vittorio Feo. A Solofra un dirigente dell'Ufficio Tecnico comunale viene aggredito da un uomo che chiedeva spiegazioni rispetto ad una pratica riguardante una sua proprietà.
Preoccupanti anche gli episodi di Montella e Sirignano. Ad ottobre l'auto di Genoveffa Pizza, consigliera del comune altirpino, venne incendiata nel corso della notte. A Sirignano, invece, il 7 giugno, trenta persone bloccarono e minacciarono il consigliere regionale Enzo Alaia, in visita ad un amico.
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