Talens, dalla Campania gli occhiali intelligenti che sfidano Google

Talens, dalla Campania gli occhiali intelligenti che sfidano Google
di Diletta Capissi
Sabato 20 Settembre 2014, 14:50 - Ultimo agg. 14:53
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Pietro Carratù è un ingegnere elettronico di 47 anni, CEO di Youbiquo, una società nata nel dicembre scorso a Cava dei Tirreni e con prossime sedi al centro direzionale di Napoli ed a Nocera Superiore.

Youbiquo significa l'unione tra l'ubiquità e i sistemi che vivono insieme alla persona, un dispositivo che riconosce il linguaggio naturale e risponde alle domande.

La Youbiquo ha prodotto un paio di occhiali “a realtà aumentata” denominati Talens Smart Glasses: “riconoscono” cosa sta guardando chi li indossa, comprendono una eventuale domanda e rispondono in maniera pertinente.

Con Carratù ci sono il salernitano Angelo Gennatiempo, 43 anni, esperto di dispositivi elettronici; Chiara Mannella, 50 anni di Caserta, esperta di marketing e design di prodotto, e infine il giovane Luciano Pentangelo, 29 anni, laureato in informatica di Castel S. Giorgio, sviluppatore di software.

«Ci occupiamo della realizzazione di dispositivi elettronici miniaturalizzabili - spiega Carratù - del software che li rende intelligenti e con funzioni connesse alla nostra vita quotidiana».

«Lavoro da circa 10 anni nel settore della ricerca scientifica - spiega - scrivo progetti per aziende in collaborazione con l'Università. Ad un certo punto ho pensato di scriverne uno anche per me. Mi ha spinto anche il fatto che una piccola impresa spesso è poco concentrata sui prodotti e più sulle relazioni». Si potrebbe fare una battuta: troppo attempatelli per una start up... Carratù non si scompone: «In effetti questa è una delle anomalie. Da tempo collaboravamo a diversi progetti, poi ci è venuta l'ispirazione. Abbiamo presentato il progetto alla Battaglia delle Idee a Castel dell'Ovo, ci siamo classificati tra i primi quattro. Poi abbiamo partecipato al bando Smart&Start di Invitalia, siamo stati selezionati ed avremo un finanziamento di 120mila euro. Siamo anche stati selezionati a Techub».

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«Noi siamo un modello di start up internazionale - spiega ancora Carratù - con un piano di costi e ricavi crescente con una quota solo del 20% destinata al mercato italiano. Il progetto nasce per le grandi aziende internazionali, infatti abbiamo partecipato negli Stati Uniti ad una fiera dell'aeronautica, poi abbiamo fornitori a Taiwan per la parte elettronica. Adesso siamo in contatto con investitori cinesi interessati a commercializzare il prodotto».

Un settore già affollato con un big che spadroneggia: i Google Glass. «Esistono 7-8 produttori nel mondo - aggiunge Carratù - ma noi abbiamo cambiato il modello rispetto ai nostri competitors. Gli occhialini sono la punta dell'iceberg, è quello che l'utente vede ma che in futuro non vedrà più perché il nostro prodotto è concepito per la manutenzione di apparati complessi di grandi aziende.

Un esempio? «Per aziende come Telecom diventa un valore aggiunto. Un operaio che deve aggiustare un radar o una centralina elettronica ha la necessità di consultare il manuale per verificare la corretta procedura. Bene, indossando gli occhiali e guardando in direzione della centralina pone delle domande e riceve risposte». Insomma è una sorta di audioguida «che ti segue passo dopo passo nell'intervento - incalza Carratù - possono essere utilizzati anche come guida museale: riconosce il quadro quando ti avvicini e dà le informazioni».

Il progetto rispetto agli altri modelli in circolazione ha un qualcosa in più.

«Noi vendiamo tutta l'intelligenza software che serve a collegare gli occhialini ai sistemi aziendali. In genere è un processo costoso perché chi prende questi occhiali deve interfacciarsi con l'azienda; noi abbiamo facilitato questo processo, creando una serie di applicazioni informatiche che rendono più o meno automatica questa interconnessione. È un sistema di informazioni che si indossa, lascia le mani libere al tecnico che deve intervenire, acquisisce informazioni e fa domande all'apparato. Poi agisce ascoltando le risposte».

I Talens Smart Glasses hanno già trovato un loro mercato. «Telecom ci ha chiesto questo dispositivo assieme alla Fedex, una società di logistica. Con Fiat e l'Università di Cassino stiamo provando un uso degli occhiali nelle catene di montaggio. Il nostro sistema migliora la vita del lavoratore». Un'azienda giovane, un progetto ad altissimo contenuto di tecnologie. «Abbiamo chiesto affidamenti bancari per accelerare il progetto. La nostra è un'anomalia che si è trasformata in vantaggio: ci definiamo imprenditori seriali, è un termine che si usa per i professionisti con esperienze internazionali».