Morte di Luca De Filippo. Massimo Ranieri: il teatro era casa sua, il Filangieri il sogno

Morte di Luca De Filippo. Massimo Ranieri: il teatro era casa sua, il Filangieri il sogno
di Massimo Ranieri
Sabato 28 Novembre 2015, 09:53 - Ultimo agg. 10:05
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Che brutto anno quello che è iniziato con la morte di Pino Daniele e finisce con la scomparsa di Luca De Filippo. Che brutto anno per chi, come me, di questi due grandi artisti è stato amico oltre che ammiratore, ma anche e soprattutto per quella cultura napoletana che è cultura nazionale, cultura europea, cultura mondiale. Anche Luca, come Pino, se n'è andato troppo giovane, improvvisamente. Credeva che fosse un mal di schiena, poi aveva dovuto accettare una diagnosi spietata. Era un grande attore e regista, una persona speciale anche per la discrezione con cui ha affrontato l'eredità del padre, così prestigiosa e così pesante.

Ci conoscevamo, ci stimavamo, ma non eravamo intimi, ci eravamo sentiti più spesso quando azzardai la sfida di riportare il teatro di Eduardo in tv. Gli chiesi che cosa ne pensasse e mi spinse ad osare, gli chiesi di suggerirmi qualche titolo e mi disse di scegliere. Trasalì solo quando accennai a «Natale in casa Cupiello»: «Quella è roba di Eduardo, per la gente Cupiello è Eduardo, lo accetta solo da lui, lascia stare», mi disse con affetto sincero. Aveva ragione, naturalmente, scelsi altri quattro titoli e cercai anche di coinvolgerlo in scena: «Nel ruolo che vuoi, come vuoi», gli proposi. «No, Massimo, questo è il tuo Eduardo, è il tuo palcoscenico, sono i tuoi applausi», mi rispose con la consapevolezza che solo un uomo cresciuto sulle tavole del palcoscenico poteva avere. L'ultima volta che ci siamo visti era in Senato, mi volle alle celebrazioni per il trentennale del padre.



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