«Bus per i concorsi al Nord». Ecco La Napoli che s'industria e inventa un nuovo mestiere | Video

«Bus per i concorsi al Nord». Ecco La Napoli che s'industria e inventa un nuovo mestiere | Video
di Emanuela Vernetti
Mercoledì 1 Ottobre 2014, 13:01 - Ultimo agg. 17 Marzo, 18:58
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Sono tre giovani infermieri napoletani, neolaureati e come tanti altri ragazzi della loro età, disoccupati. Ma Antonio, Gianvincenzo e Fabrizio hanno un’idea vincente e tanta voglia di fare. Non vogliono rinunciare al sogno tanto ambito di ottenere un posto di lavoro conforme alla loro preparazione e così iniziano a spulciare la Gazzetta ufficiale per essere sempre aggiornati sui concorsi per infermieri. Studiano, si preparano, ma c’è un problema: i concorsi sono indetti per la maggior parte al nord perché in Campania sono fermi dal 1994 e la selezione si articola in diverse fasi che richiedono, ogni volta, la presenza del candidato in loco. Il che si traduce in costi di trasporto e alloggio insostenibili per dei ventenni.



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E così fanno di “necessità virtù”, rispondendo ad una richiesta generalizzata tra i loro coetanei, danno vita ad un “progetto di solidarietà” più che un vero business, dal nome semplice quanto intuitivo “Viaggi e Concorsi” che ha lo scopo di mettere insieme i ragazzi che, come loro, sono impegnati in trasferte mensili per partecipare alle varie selezioni fuori regione, ma che non intendono investire capitali per farlo.



«Noi noleggiamo autobus il cui costo viene diviso equamente tra i partecipanti – spiega Antonio - con un prezzo variabile tra le 50-60 euro andata e ritorno. Il nostro guadagno? Quello di viaggiare gratis ma che fatica! Alla fine ciò che non spendiamo per il viaggio, in realtà, lo paghiamo in benzina, per raccogliere le diverse quote di partecipazione e soprattutto in tempo, per organizzare il trasporto. Siamo solo ragazzi non tour operator».

L’unione fa la forza, soprattutto ai tempi del web 2.0, quando le diverse piattaforme social possono far assumere a un progetto autogestito una dimensione virale.



«Abbiamo iniziato da marzo scorso sopratutto con il passaparola tra colleghi delle diverse sedi e abbiamo aperto anche una pagina Facebook. Ed è così che ci siamo resi conto dell’entità della domanda. Nessuno vuole spendere 200 euro tra treno e alloggio solo per partecipare ad una preselezione di un giorno a Milano e nessuno vuole nemmeno rinunciare alle possibilità offerte con questi concorsi».

Così per rincorrere il sogno, dopo Vicenza, già si pensa alla prossima tappa: il 7 ottobre a Padova.

Trasferte indigeste per alcuni che hanno già sollevato un polverone sul numero dei meridionali iscritti ai concorsi indetti al nord.



A non apprezzare l’impegno e la determinazione di questi ragazzi è il consigliere regionale leghista Nicola Finco che, oltre a proporre la regionalizzazione dei concorsi, dalla sua pagina ufficiale, grida allo scandalo. Su oltre tremila candidati viene contestata la massiccia presenza di meridionali, la cui “migrazione” verrebbe pianificata con «vere e proprie organizzazioni collaudate» si legge sul sito ufficiale di Nicola Finco. «Vorrei poi capire – continua Finco- se i candidati del sud, destinatari da sempre di voti di laurea più generosi dei nostri, riescono a garantire ai pazienti degli ospedali vicentini e padovani una qualità di servizio di assoluta eccellenza, frutto di anni di studio in Atenei come quelli veneti».



Ma i ragazzi non ci stanno. «Non ci interessano queste dichiarazioni palesemente discriminatorie – commenta Gianvincenzo -.Noi non siamo tour operator organizzati per ‘rubare’ il lavoro ai veneti. Abbiamo studiato alla Federico II che non ha nulla da invidiare, per qualità e prestigio, ad altre Università. Siamo solo figli della crisi in un territorio che purtroppo non ci supporta da un punto di vista lavorativo. Che cosa dovremmo fare? Arrenderci all’idea della disoccupazione?».



Ma non mancano le attestazioni di stima e solidarietà. «Non ci facciamo scoraggiare, dopo tutto questo polverone, ci ha chiamati un operatore socio sanitario dell’ospedale di Padova per esprimerci la solidarietà di tutto il reparto e incoraggiare l’iniziativa, lodando una qualità che abbiamo soprattutto noi del Sud: quella di inventare dal nulla qualcosa per aiutarci a vicenda. Perciò avanti così e in bocca al lupo a noi».