Noa incanta Pertosa: il mio canto a due voci contro la guerra

Noa incanta Pertosa: il mio canto a due voci contro la guerra
di Pasquale Sorrentino
Lunedì 25 Agosto 2014, 11:33
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PERTOSA. Un collana d’argento, un cuore come ciondolo. Un sorriso coinvolgente, un the in mano e l’attesa di migliaia di persone per ascoltarla. Noa, l’artista israeliana, conquista il Negro festival a Pertosa. Arriva scortata dalla sua famiglia e immediatamente visita la grotta dell’Angelo rimandone entusiasta. Posa con un cartello No alla guerra e anche dal palco lancia il suo messaggio di pace e amore. Amore ovvero la parola cardine del suo nuovo album “Love medicine”, in uscita nel 2014 dopo quattro anni dal suo ultimo tour. Il messaggio di pace, Noa, lo ha lanciato in compagnia della la cantante palestinese Mira Awad. Un successo per il concerto di ieri per la 19esima edizione del festival che si concluder questa sera con i Bandabard. Noa seduta nel suo camerino assapora il the e racconta il suo concetto di amore. Quale è il suo sogno?

«C’è una nube nera che aleggia sulle nostre teste. La guerra d’Israele è un incubo che non permette di vivere nel modo opportuno, nel modo felice. La pace in Palestina è l’unico mio grande sogno. E’ una cosa terribile. Tutto il resto è in secondo piano. Non è possibile vivere, suonare normalmente con questa nuvola che ci minaccia quotidianamente».

Al Negro Festival Noa è protagonista di una serata tutta al femminile. Le donne possono essere le soluzioni per trovare la pace?

«Non credo che dipenda dal sesso delle persone. Dobbiamo capire che non sono i generi a creare la pace o la guerra. Il mondo deve essere governato da persone assennate che amino la cultura, intelligenti, che siano caparbie e capaci. Tutto questo al di là delle differenze di religione, razza, provenienza, colore della pelle, genere sessuale. Le idee fanno le persone. Le idee che vadano verso la pace, la fraternità tra i popoli sono quelle buone da seguire chiunque le abbia».

L’amore è la medicina per il mondo?

«Non è l’unica ma è una medicina potente, profonda. La musica può essere medicina, ma non sempre. Ho ascoltato musica violenta, musica che incita all’odio. La musica buona, quella che celebra i sentimenti può essere una delle medicine della pace. La musica dell’amore, insomma. La nostra musica (con Gil Dor – ndr), può essere medicina».

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