Il giallo della morte del commissario: sarà riesumata la salma di Anna Esposito

Il giallo della morte del commissario: sarà riesumata la salma di Anna Esposito
di Simona Chiariello
Sabato 22 Novembre 2014, 10:34 - Ultimo agg. 12:40
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CAVA DE' TIRRENI. Nei primi giorni di febbraio si conosceranno i risultati della nuova autopsia sui resti del cadavere di Anna Esposito, il commissario di polizia morta il 12 marzo del 2001 nel suo alloggio a Potenza in circostanze sospette (il caso fu chiuso prima come suicidio e poi riaperto un anno fa con l’ipotesi di omicidio volontario). La riesumazione della salma è stata disposta dai magistrati della Procura di Potenza Francesco Basentini e Valentina Santoro. La nuova autopsia si svolgerà il due dicembre presso il cimitero cittadino, dove riposa Anna Esposito.

Il consulente, nominato dalla Procura, Francesco Introna ha avuto come scadenza 60 giorni tempo, entro i quali dovrà depositare la sua perizia. Secondo le prime indiscrezioni, il nuovo esame autoptico dovrà chiarire alcuni aspetti rimasti oscuri come una contusione alla tempia, il materiale reperibile sotto le unghie di Anna che potrebbero provare una colluttazione.



E poi verificare lo stato delle vertebre cerebrali per accertare se lo strozzamento è stato meccanico o provocato da mani. Insieme al dottor Introna, saranno presenti anche due consulenti, nominati dall’unico indagato, il giornalista del Tg3 Basilicata Luigi Di Lauro, ex compagno di Anna Esposito ed altri due, incaricati dalla famiglia del commissario di polizia. L’ipotesi che il suicidio sia stato una messa in scena sembra aver portato alla riapertura dell’inchiesta e alla riesumazione della salma, richiesta fatta ormai da anni dal papà di Anna, Vincenzo Esposito.



Anna potrebbe essere stata soffocata e poi appesa alla maniglia della porta con una cintura. A questa conclusione sarebbe giunto anche il consulente tecnico della Procura dopo aver visionato le fotografie della prima autopsia, che mostrano la presenza di macchie ipostatiche (le chiazze violacee che si formano sui cadaveri) in posti anomali o comunque diversi, rispetto a quelli dove di solito si evidenziano sui corpi di chi si impicca. Al momento l’avvocato Pinto, legale del giornalista indagato, preferisce non rilasciare alcuna dichiarazione, limitandosi a dire che si tratta di un «momento molto delicato».
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