Riforme, sì all'articolo 2: passa il Senato dei 100

Riforme, sì all'articolo 2: passa il Senato dei 100
Venerdì 1 Agosto 2014, 12:11 - Ultimo agg. 2 Agosto, 08:20
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Ancora alta tensione al Senato dopo il caos di ieri. Ma alla fine arriva il via libera con 194 s, 26 contrari e otto astenuti all'articolo 2 del ddl costituzionale, che modifica la composizione del Senato e prevede che i membri siano in tutto cento: 95 scelti dai consigli regionali e cinque di nomina presidenziale. L'Aula ha applaudito il sì. Assenti M5S e Lega che a più riprese hanno abbandonato gli scranni. Sel invece è rimasta in aula. La giornata di oggi segna infatti una possibile svolta nei rapporti tra il partito di Nichi Vendola e il Pd dopo le tensioni dei giorni scorsi.

Stop agli emendamenti sul Senato elettivo Con l'approvazione dell'articolo 2, sono preclusi tutti gli emendamenti aggiuntivi che riguardano l'elezione a suffragio universale e diretto del Senato, ha reso noto il presidente Pietro Grasso in Aula.

Tensione in Aula Il sì all'articolo 2 era il presupposto indicato da Renzi per un'apertura alle modifiche al ddl chiesto dalle opposizioni al culmine di un'altra giornata calda a palazzo Madama. «L'obiettivo resta quello» dell'approvazione del «ddl entro l'8 agosto», ha ribadito il capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda.

Il Senato dei 100 Con l'approvazione dell'art. 2 del ddl riforme, il disegno del governo di Matteo Renzi per il futuro di Palazzo Madama comincia a delinearsi nelle sue linee principali, a partire dall'elezione di secondo grado dei membri del Senato e dalla trasformazione di quest'ultimo in una Camera rappresentativa delle Regioni. L'art. 2 prevede un Senato di cento senatori: 95 rappresentativi delle istituzioni territoriali e cinque che potranno essere nominati dal Presidente della Repubblica.

Il cuore della riforma È questo il cuore della riforma voluta da Renzi e dal ministro Boschi: l'elettività di secondo grado dei senatori. Saranno infatti i Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e Bolzano a scegliere i senatori, con metodo proporzionale, fra i propri componenti. Inoltre le regioni eleggeranno ciascuna un altro senatore scegliendolo tra i sindaci dei rispettivi territori, per un totale, quindi, di 21 primi cittadini che arriveranno a Palazzo Madama. La ripartizione dei seggi tra le varie Regioni avverrà «in proporzione alla loro popolazione» ma nessuna Regione potrà avere meno di due senatori. La durata del mandato dei nuovi membri del Senato coinciderà con quella prevista negli organi (Regioni o Comuni) in cui sono stati eletti. Il sistema che verrà adottato per la scelta di consiglieri regionali e sindaci da «inviare» a Palazzo Madama sarà regolato da una legge elettorale ad hoc, con un punto fermo: i seggi saranno attribuiti in proporzione rispetto ai voti espressi a livello locale e alla composizione degli stessi Consigli regionali.

La protesta M5S Stamani il M5s si è messo un bavaglio per protestare contro la conduzione Grasso: «Non parteciperemo ad alcun lavoro e non voteremo più nessun emendamento». La Lega e Sel hanno abbandonato l'Aula: «O ci venite a dire che si cambia registro, o non partecipiamo più ai lavori», ha detto il senatore della Lega Sergio Divina. Poi M5S e Sel, con la mediazione di Grasso, sono tornati in aula.

Il "canguro" Oggi dopo due voti è scattato un "canguro", la regola che consente di far decadere tutti gli emendamenti simili dopo chene è stato bocciato uno, su 1.295 proposte di modifica del ddl, con un salto di oltre 560 pagine.