«Berlusconi è il leader di Fi. Non è candidabile. Se ricostruiamo il centrodestra dobbiamo decidere insieme con gli altri come farlo, sulla base di quali valori e di quale leadership. Ma sfidare la sua leadership all'interno del partito è fuori dalla storia», ha sottolineato Carfagna, che ha poi ricordato: «Mi sono sempre detta favorevole alle primarie: sono un modo per coinvolgere il popolo in modo diretto. Mi rendo conto che possono essere condizionabili, che la maggioranza del partito non le ama e che Berlusconi ha teso a escluderle. Ne parleremo anche con gli altri amici del centrodestra. In una fase costituente le regole si scrivono insieme».
E a una domanda sul suo passato da showgirl prima di impegnarsi in politica, Carfagna ha risposto: «Il mio passato non mi pesa. Non ho nulla di cui vergognarmi. Ho dimostrato di amare il mestiere che faccio con grande serietà e rigore. Se il mio impegno fosse servito anche solo a varare la legge sullo stalking mi riterrei abbastanza soddisfatta».
«Con questa legge elettorale - sostiene ancora Carfagna - o tutte le opposizioni di oggi si riaggregano su una piattaforma condivisa per avviare una fase costituente o saranno destinate ad essere polverizzate e condannate alla irrilevanza.
La questione della leadership viene dopo rispetto a ciò. Dobbiamo capire - prosegue - se Salvini vuole passare alla storia solo come il leader che ha portato al massimo il suo partito. Salvini vuole costruire il centrodestra e una alternativa a Renzi o no?», conclude.
Poi, parlando delle elezioni in Campania: «Berlusconi non si è candidato capolista a Napoli per la legge Severino, per evitare di violarla. De Luca invece si candida in spregio alla legge e Renzi viene in Campania a mettergli la mano sulla spalla. Di giorno Renzi predica la legalità e di notte calpesta la legge. Il messaggio che passa, specialmente in Campania, è devastante».