Ucraina, la Ue avverte Mosca: fermi le ostilità. Fonte Gb: nell'est del Paese ci sono 4-5mila soldati russi

Ucraina, la Ue avverte Mosca: fermi le ostilità. Fonte Gb: nell'est del Paese ci sono 4-5mila soldati russi
Sabato 30 Agosto 2014, 15:06 - Ultimo agg. 31 Agosto, 13:02
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In Ucraina orientale ci sarebbero gi 4-5mila soldati russi, molti pi dei mille denunciati nei giorni dalla Nato. Lo sostiene una fonte del governo britannico alla Cnn. I militari, secondo la stessa fonte, stanno combattendo nei pressi di Donetsk e Lugansk, mentre altre 20mila unità sono appostate al confine all'interno del territorio russo.

La Russia deve «porre un freno alle ostilità, porre un freno al passaggio di equipaggiamenti nella zona di conflitto e ritirare le sue forze armate» dall'Ucraina. Lo ha detto l'Alto rappresentante per la politica estera Ue Catherine Ashton a Milano nella conferenza stampa al termine della riunione informare dei ministri degli Esteri dei 28.

L'Unione Europea varerà nuove sanzioni contro la Russia. A preannunciarlo è stato il presidente ucraino Petro Poroshenko, dopo un incontro a Bruxelles con il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso, prima dell'inizio del vertice straordinario Ue sulle nomine che discuterà anche della crisi in Ucraina. «Non ho dubbi che oggi i leader adoteranno una decisione per dare alla Commissione europea l'incarico di preparare una decisione specifica sulle sanzioni - ha detto -. Se l'attueranno o meno, dipenderà da quanto velocemente saremo in grado di dimostrare progressi nella de-escalation» della crisi in Europa.

Le sanzioni dell'Unione Europea contro la Russia per la crisi ucraina «saranno senza dubbio aumentate stasera» nel Consiglio europeo in programma a Bruxelles, ha dichiarato il presidente francese Francois Hollande in chiusura del vertice dei socialisti europei a Parigi.

Sulla crisi ucraina si rischia di arrivare ad «un punto di non ritorno». L'avvertimento è arrivato dal presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso, dopo un incontro a Bruxelles con il presidente ucraino Petro Poroshenko. «Siamo in una situazione molto drammatica - ha detto Barroso -

Potremmo ritrovarci in una situazione in cui si potrebbe arrivare ad un punto di non ritorno se continua l'escalation».

«Credo che non sia troppo tardi per trovare una soluzione politica. Dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per impedire un'escalation, il che sicuramente sarà svantaggioso per gli interessi, prima di tutto dell'Ucraina, ma certamente anche di Russia e Unione Europea», ha detto Barroso, dopo l'incontro a Bruxelles con Poroshenko.

«Gli interessi di nessuno saranno soddisfatti da una nuova guerra nel nostro continente, né da un conflitto. Semplicemente questo non è il modo in cui nazioni responsabili e fiere dovrebbero agire nel 21esimo secolo. Nessuno sta sottovalutando - ha sottolineato ancora il presidente della Commissione - le preoccupazioni della Russia, siamo pronti ad ascoltarle. Ma le divergenze politiche devono essere risolte con mezzi politici».

Sul campo di battaglia intanto i miliziani separatisti - che fino a pochi giorni fa erano schiacciati attorno alle loro roccaforti di Donetsk e Lugansk assediate dalle truppe di Kiev - sono passati al contrattacco e, forse in seguito all'arrivo di nuovi uomini e mezzi dalla Russia, hanno aperto un terzo fronte lungo le sponde del Mar d'Azov e sono ormai alle porte dell'importante città portuale di Mariupol, da cui i civili iniziano a fuggire temendo il peggio.

E mentre a Bruxelles il presidente ucraino chiede all'Ue «una risposta adeguata» contro la Russia, l'ex premier Iulia Timoshenko - il cui astro politico sembra ormai sul viale del tramonto - propone un referendum per un'adesione dell'Ucraina alla Nato evidentemente in chiave antirussa da svolgersi il 26 ottobre assieme alle legislative anticipate. Intanto, mentre annuncia una seconda controffensiva imminente, il nuovo premier dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk, Aleksandr Zakharcenko, fa sapere che nelle ultime 24 ore l'esercito ucraino avrebbe lasciato nelle mani dei miliziani «un sacco di materiale, munizioni e un bel pò di trofei», tra cui «40 mezzi militari».

Ma i separatisti sostengono di aver anche catturato più di 100 soldati nemici: sono alcuni dei militari dei reparti ucraini rimasti isolati nell'avanzata dei filorussi. Il ministro dell'Interno Arsen Avakov ha annunciato trionfante che un gruppo di alcune decine di paramilitari e soldati regolari è riuscito a rompere l'accerchiamento e a unirsi al resto dell'esercito, ma molti restano circondati dal nemico e Semion Semioncenko, il comandante del battaglione 'Donbass', formato da volontari che combattono al fianco delle truppe di Kiev, ha precisato che è stato trovato un accordo con i ribelli perchè le forze governative circondate a Ilovaisk, nella regione di Donetsk, possano ritirarsi senza danni, a patto però che depongano le armi. In cinque mesi di guerra secondo l'Onu sono quasi 2.600 le persone che hanno perso la vita in Ucraina, ma il numero sembra tragicamente destinato ad aumentare: altri nove militari sono morti tra ieri e oggi, ma è difficile stimare i caduti tra i paramilitari pro-Kiev e tra i miliziani filorussi, mentre un prezzo altissimo in termini di vite umane è pagato purtroppo anche dalla popolazione civile.