Isis, bimbo del Califfato minaccia Obama: «Cane di Roma, ti tagliaremo la testa»

Isis, bimbo del Califfato minaccia Obama: «Cane di Roma, ti tagliaremo la testa»
di Federica Macagnone
Giovedì 8 Ottobre 2015, 17:36 - Ultimo agg. 9 Ottobre, 09:49
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Un esercito in continua espansione, rimpolpato in maniera incessante e a ritmi da incubo dalle nuove generazioni, a partire dai bambini che costituiscono la linfa vitale e autorigenerante del presente e del futuro. È anche questo il senso dell'ultimo video postato dal Califfato per avvertire l'Occidente e, in particolare, Barack Obama, definito “cane di Roma” da un bimbo di circa dieci anni: il presidente Usa – avverte il baby-soldato minacciandolo di essere decapitato – sarebbe solo un sognatore se pensasse di poter entrare nei territori assoggettati all'Isis.



Nell'ultimo agghiacciante video pubblicato on line dai miliziani dello Stato Islamico un “leoncino del Califfato”, vestito in tenuta militare, stringe in mano un lanciarazzi e parla diretto all'uomo più potente degli Stati Uniti dopo gli ultimi raid americani nel territori occupati dall'Isis.



Puntando un dito verso il cielo, gesto ormai riconducibile ai jihadisti, il piccolo si rivolge a Obama definendolo “cane di Roma”, in quanto servo del Vaticano: «Se pensi che i tuoi soldati entreranno nella terra del Califfato e lo possano corrompere con la vostra sporcizia, allora stai sognando – dice il bimbo - Svegliati dal sonno e paga la jiz' yah (un'imposta religiosa) in segno di sottomissione prima che le spade del Khalifah (il Califfato) ti raggiungano e taglino la tua turpe testa».



Il video si conclude con un motoscafo che viaggia su un fiume, un'immagine figurata che non lascia scampo ad altre interpretazioni: i jihadisti minacciano ancora di attraversare il Mediterraneo per giungere in Europa.



L'America ha colpito nei giorni scorsi diversi obiettivi Isis in Iraq e Siria con raid aerei: solo domenica scorsa la Casa Bianca ha reso noto di aver abbattuto 16 obiettivi del Califfato.



Allo stesso tempo, gli aerei da guerra russi stanno sorvolando il territorio siriano da mercoledì scorso, conducendo attacchi aerei che, secondo quanto riporta Mosca, riguardano obiettivi appartenenti ai jihadisti islamici nelle province settentrionali e centrali del Paese.



L’azione militare della Russia in Siria, tuttavia, preoccupa la Nato non solo per le violazioni dello spazio aereo turco, ma «anche perché gli aerei russi - ha accusato il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg - non attaccano l’Isis ma i gruppi dell’opposizione che combattono l’Isis e anche i civili».



Netta la replica di Mosca. «La Russia non sosterrà i volontari che vogliono combattere in Siria con le truppe governative di Bashar al-Assad - ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, dichiarando che non è compito dello Stato farlo - I raid aerei russi colpiscono i gruppi terroristici ed estremisti presenti nel paese mediorientale in quantità enorme».



Nonostante le tensioni degli ultimi giorni sulla strategia da seguire in Siria, Stati Uniti e Russia portano avanti parallelamente i negoziati a livello diplomatico. La Russia è infatti pronta ad accettare la proposta americana di «coordinare le azioni nella lotta al gruppo terroristico dello Stato islamico in Siria».



Lo ha comunicato il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, precisando che il ministero «ha esaminato in modo operativo le proposte degli americani sul coordinamento delle azioni nella lotta contro il gruppo terrorista dell’Isis sul territorio della Siria ed è solo necessario concordare alcuni dettagli tecnici che saranno discussi oggi a livello di esperti dai rappresentanti del ministero della Difesa russo e del Pentagono».