Strage migranti, Renzi: «Pronti a bloccare la partenza dei barconi verso l'Italia»

Strage migranti, Renzi: «Pronti a bloccare la partenza dei barconi verso l'Italia»
di Diodato Pirone
Domenica 19 Aprile 2015, 13:04 - Ultimo agg. 21:17
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«L'Italia chiede di non essere lasciata sola». Di fronte all'ennesima tragedia del mare, un naufragio dai contorni ancora «nebulosi» che potrebbe arrivare a contare fino a 700 vittime, Matteo Renzi rivolge il suo appello alla comunità internazionale e innanzitutto l'Unione europea.

Il premier italiano, in asse con il presidente francese Francois Hollande, chiede che si convochi in settimana un Consiglio Ue straordinario perchè l'Ue rafforzi la sua azione contro gli «schiavisti del mare» e la smetta di considerare l'immigrazione un problema «di serie B».



La Commissione Ue, esprimendo «profonda frustrazione», sostiene la necessità di «un'azione decisa». Ma l'Italia, anche con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un «impegno» dei partner europei lo invoca con urgenza. Ed è «accorato» l'appello di Papa Francesco alla comunità internazionale, perchè simili tragedie (che colpiscono persone che «cercavano la felicità») non si ripetano. È notte fonda quando un mercantile portoghese risponde alla richiesta di soccorso di un barcone carico di migranti che si trova a 60 miglia dalla Libia. Sono le 9 del mattino quando si fa largo la notizia di una vera tragedia: quel barcone si è capovolto, i morti potrebbero essere 700. Alle 10 Matteo Renzi apre a Mantova la campagna elettorale del Pd: «Nel Mediterraneo ogni giorno assistiamo a una strage, come facciamo a rimanere insensibili?», dice.



Sceso dal palco, però, il premier decide che non può proseguire oltre: annulla gli altri due appuntamenti della giornata e torna a Palazzo Chigi. Convoca un vertice con i ministri e i vertici delle forze armate per le 17 e intanto si attacca al telefono con i soccorritori e con i colleghi europei, perchè ci sia finalmente una risposta adeguata. Il primo contatto è con Hollande, che assicura all'Italia un impegno forte rispetto a un problema che incontra resistenze tra alcuni colleghi europei. «L'Ue deve rafforzare il numero di navi nell'operazione Triton», dice Hollande ai Paesi più recalcitranti. E come Renzi sollecita un vertice Ue. «Al più presto, entro giovedì», chiede il premier italiano nei colloqui con i colleghi, da Angela Merkel a David Cameron. «È inaccettabile» quanto successo, dichiara la responsabile della politica estera Ue, Federica Mogherini, che nel pomeriggio è a Palazzo Chigi. Il tema, annuncia, sarà discusso domani dai ministri degli Esteri Ue e in settimana anche dai ministri degli Interni. Il commissario all'immigrazione sarà in Italia giovedì, domani Renzi vedrà a Palazzo Chigi il premier maltese. Ma è una risposta unitaria dei capi di Stato e di governo dell'Ue che l'Italia chiede.



L'immigrazione, afferma Mogherini, «per troppo tempo è stata lasciata solo ai Paesi del sud». «La morte di centinaia di profughi manifesta la totale insufficienza delle iniziative assunte fin qui dalla comunità internazionale», dichiara il presidente Mattarella, che invoca «un'iniziativa umanitaria straordinaria di Ue e Onu». «Il problema - spiega Renzi - non è il controllo del mare, perchè la tragedia non è derivata da mancanza di soccorsi, ma distruggere i trafficanti di uomini, i nuovi schiavisti». Come? Non con un blocco navale, perchè se fatto in acque internazionali sarebbe come un «servizio di taxi» agli scafisti. O con i respingimenti, che «sono impossibili» in Libia. E non è una soluzione neanche il ripristino di Mare nostrum, «operazione tampone». Perchè, dice il premier, il problema va risolto «alla radice»: «Siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario perchè non partano.



L'idea di un coinvolgimento delle Nazioni Unite e delle istituzioni europee è sul tavolo. Ma il problema è risolvere il problema in Libia», un Paese in guerra e senza un governo stabile dal quale parte il 91% dei migranti. È la Libia la priorità, ribadisce Renzi. E fonti di governo spiegano che l'Italia chiede all'Ue un impegno su due piani. Da un lato sulle regole di ingaggio contro gli scafisti per non lasciare a loro la gestione della disperazione dei migranti, «creando - spiega una fonte - dei canali sicuri». Dall'altro lato, con un intervento per la sicurezza politica in Libia. Renzi di Libia ha parlato venerdì anche con Barack Obama, con il quale assicura esserci «totale condivisione» sulla necessità di combattere innanzitutto «il traffico degli umani».



In un giorno di «grande dolore», il premier batte anche sul tasto di una risposta sul piano politico e culturale, che si traduce nel considerare le vittime «esseri umani», cui l'Italia si impegna a restituire dignità, dopo l'ingente impegno nel soccorso, anche recuperando il relitto del barcone.
Anche per questo il premier bolla come «inqualificabili» le parole di chi, come Matteo Salvini, alza i toni contro il governo. La tragedia non può essere usata per scontri ideologico-politici, afferma. «Mi auguro - concorda Mattarella - che la sensibilità ai diritti prevalga sull'indifferenza che spesso sconfina nel cinismo».
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