Uccise il padre per difendere la madre. Cristian, 18 anni, potrà andare all'università

Uccise il padre per difendere la madre. Cristian, 18 anni, potrà andare all'università
di Bianca Francavilla
Domenica 29 Novembre 2015, 16:55
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​Cristian Canò è l’unico omicida in Italia autorizzato ad andare a scuola e all’università con la propria auto e con i mezzi pubblici, senza alcuna supervisione. Il giovane, classe 1994, uccise il padre tre anni fa, qualche giorno prima di Natale, al culmine di una lite sul lungomare di Latina. Per il reato è stato condannato a otto anni di reclusione da scontare ai domiciliari nella sua abitazione di Cisterna, godendo delle riduzioni e attenuanti del caso.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il papà Gennaro lo avrebbe schiaffeggiato e lui, per difendersi, avrebbe utilizzato un bastone trovato sulla spiaggia per colpirlo. Dietro al parricidio, gli anni fatti di botte in casa, di parole ingiuriose nei confronti della madre, del divorzio. Cristian e Gennaro non si parlavano da tempo, ma avevano deciso di rincontrarsi prima delle festività, per superare tutte le tristi vicissitudini. “La famiglia è tutto” aveva scritto Cristian su Facebook prima di incontrare il padre. Una sola condizione – aveva precisato al genitore – che non si parli della madre. Eppure, qualcosa è andato storto. Durante il confronto in spiaggia, il papà dell’allora 18enne avrebbe nuovamente offeso la madre e da lì sarebbe scaturita l’ennesima litigata. Gennaro avrebbe schiaffeggiato Cristian che lo avrebbe a sua volta colpito con un pezzo di legno trovato in spiaggia. La giusta lezione, ha pensato Cristian quando è tornato a casa di corsa a raccontare quanto accaduto alla madre. E’ stata proprio lei a covincerlo ad andare immediatamente in Questura a raccontare quello che era successo. E, dagli uffici delle forze dell’ordine, ha scoperto che il padre con quella botta in testa era morto.
Da quel triste giorno è partita la gara di solidarietà verso il ragazzo descritto da tutti come timido e tranquillo. Inizialmente la mamma ha raccolto tutte le dediche degli amici in un diario per portarlo in carcere. Una volta disposti i domiciliari, gli insegnanti si sono recati a proprie spese a casa del giovane per continuare le lezioni, fino a quando Cristian non ha avuto l’ok per andare autonomamente a scuola. Ora, la nuova buona notizia: Cristian potrà frequentare anche le lezioni dell’università del polo pontino, sede distaccata de La Sapienza. Ha scelto la facoltà di ingegneria.