Laura, accoltellata dall'ex e viva per miracolo. Lo sfogo su Fb: «Lui è a casa, io sotto scorta»

Laura Roveri
Laura Roveri
Venerdì 19 Settembre 2014, 17:40 - Ultimo agg. 19:29
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Ha rischiato la vita dopo essere stata accoltellata dall'ex fidanzato e oggi, dopo una lunga convalescenza, a Laura Roveri non resta che sfogarsi su Facebook: «Lui è a casa, io giro sotto scorta.



La ragazza, veronese di 25 anni, è stata aggredita il 12 aprile scorso fuori da una discoteca di Vicenza dall'ex fidanzato Enrico Sganzerla, un commercialista di 42 anni. La donna ha subito due interventi chirurgici a causa dei fendenti inferti dall'uomo.



LO SFOGO

Oggi alla giovane, che ha ripreso a lavorare, non resta che sfogarsi sulla rete: «Ho rischiato la vita due volte, quando mi ha accoltellata e quando, alcuni giorni dopo, hanno dovuto operarmi d'urgenza per un aneurisma. Ai giudici, però, evidentemente non è bastato per punirlo. E siccome mi sono salvata, a soli cinque mesi di distanza da quando ha cercato di uccidermi gli hanno concesso già gli arresti domiciliari nella casa dei suoi genitori». Per Laura «questo è un insulto non solo a lei ma a tutte le donne. Ci dicono di denunciare gli uomini violenti e si fanno le campagne contro il femminicidio - accusa -. A cosa servono prevenzione e sensibilizzazione, se poi il trattamento giudiziario che spetta ad un omicida mancato è un soggiorno a casa con mamma e papà?».



I DOMICILIARI

Dopo l'arresto per tentato omicidio aggravato dalla premeditazione, Sganzerla è rimasto in carcere fino al 7 giugno, quando ha ottenuto i domiciliari in una clinica per "compiere un percorso terapeutico e rieducativo". Da martedì scorso il gip di Vicenza Dario Morsiani con l'assenso del pm gli ha concesso i domiciliari, lasciandolo ad una decina di chilometri di distanza da dove risiede la vittima. A sentirsi dietro le sbarre adesso è lei. «Per tutelarmi e sopperire alle carenze e alle falle della giustizia - accusa Laura - devono intervenire le forze dell'ordine per proteggermi visto che abitiamo a soli dieci minuti di strada. Se questa è giustizia, allora in Italia la giustizia non esiste».