«Da solo ero presidente della Regione, ero commissario, ero 500 sindaci tutti insieme ed ero tutto il partito. Questo è un nodo irrisolto davvero singolare - ha aggiunto - con il quale il mio partito continua a farsi male, perché incapace di fare i conti politici con il passato.
«Tra partiti ci si oppone, in modo forte e civile, ma è inconcepibile la contrapposizione tra istituzioni» ha proseguito Bassolino. «Tra democratici e centrodestra si confligge, tra arancioni e resto del mondo si confligge - ha aggiunto Bassolino - ma tra istituzioni, tra chiunque sia pro tempore al Comune, alla Regione o al Governo, si collabora.
Poi, in politica, la parola nemico dobbiamo tenerla fuori. Ci deve essere confronto, anche duro, ma rispettoso tra avversari». «Nei partiti piccoli come in quelli grandi come il mio - ha evidenziato - il rispetto reciproco è necessario. L'Italia non sarebbe cresciuta e diventata un paese moderno se le due principali forze politiche di un tempo, Pci e Dc, non si fossero confrontate e combattute ma rispettate, senza mai superare un limite».