A suo avviso Renzi «ha perfino contraddetto il parere dell'Avvocatura dello Stato che gli aveva suggerito, giustamente, di intervenire con un provvedimento legislativo sulla legge Severino. Un parere che aveva chiesto lo stesso presidente del Consiglio, tra l'altro». Nella suo ricorso Abbamonte aveva sostenuto che paralizzare l'attività dell'amministrazione sovvertirebbe «la volontà popolare» con «ricadute eversive per il territorio e i cittadini».
«Il provvedimento del presidente del Consiglio - ribadisce nell'intervista - impediva il funzionamento di una Regione con oltre 6 milioni di abitanti, avrebbe rischiato di riportare gli elettori alle urne, mandando a casa 50 consiglieri eletti democraticamente insieme a De Luca».
Infine l'avvocato racconta che «quando De Luca è venuto da me gli ho detto come la pensavo e che non intendevo essere pagato. La scienza costituzionale non si vende: si mette a disposizione del Paese».