Caldoro accusa il sindaco de Magistris: «Rifiuti, Napoli in ritardo»

Caldoro accusa il sindaco de Magistris: «Rifiuti, Napoli in ritardo»
Sabato 20 Settembre 2014, 17:50 - Ultimo agg. 17:53
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Gerardo Ausiello Lancia bordate a de Magistris sui rifiuti, attacca il Pd sulla drammatica storia della piccola Irene e annuncia mille nuove assunzioni nella sanità. Mentre sulle Regionali avverte: «Nulla è scontato, neppure la mia ricandidatura». Stefano Caldoro parla a tutto campo nel giorno dell’annuncio ufficiale della visita del Papa a Napoli e del miracolo di San Gennaro: «L’ho seguito in diretta streaming perché ero impegnato a Palazzo Santa Lucia sulle vertenze del lavoro».



Il caso Crespi e le polemiche Alle accuse mosse dal sindaco sulla nomina di Crespi a consulente per la comunicazione istituzionale della Regione («non è questo il mio modo di fare politica. Confermo la collaborazione istituzionale ma cresce la distanza politica tra me e Caldoro»), il governatore risponde con una serie di stoccate. In primis sui rifiuti: «Stiamo facendo passi avanti, però Napoli stenta. La Campania è oggi tra le prime sei regioni per le percentuali di differenziata e ciò ci consentirà di avere più fondi. Eppure in città il porta a porta non decolla, se anche qui ci fossero stati dieci punti in più avremmo ottenuto maggiori premialità».



Poi Caldoro rivendica il ruolo decisivo della Regione nella risoluzione di tanti problemi che riguardano il capoluogo partenopeo: «Dal punto di vista istituzionale, continuerò a dare una mano al Comune perché vedo che ne ha bisogno. Dalla metropolitana a Napoli Est, dal centro storico all’Ospedale del Mare se non ci fosse stato il nostro intervento, le difficoltà non sarebbero state superate. Per questo preferisco il de Magistris che riconosce il lavoro fatto insieme». Solo su una decisione il presidente, forse volutamente, si tira fuori: la chiusura del lungomare alle auto. «Su questo non c’entro nulla, è stata una valutazione del Comune», taglia corto. Verso le elezioni Sulla sua ricandidatura alla presidenza della Regione, considerata da tutti scontata, Caldoro non si sbilancia.



E a chi ipotizza una nuova possibile sfida con il sindaco di Salerno De Luca, risponde: «Il gioco è più aperto di quanto si possa pensare. La situazione è più complessa e possono esserci trasformazioni rapidissime. Sbaglia chi si basa su posizioni consolidate. Il quadro politico determinerà molto più delle scelte personali, non è detto che da qui a qualche mese non ci possa essere qualche novità».



Il ragionamento dell’ex ministro socialista è chiaro: in politica sei mesi sono un’era geologica, specie se si guarda alle trasformazioni in atto a livello nazionale. E allora, lascia intendere Caldoro, non ci si può fermare agli schemi tradizionali (la rigida divisione tra centrodestra e centrosinistra), perché questi potrebbero essere spazzati via, come peraltro sta già avvenendo oggi su certi temi.



L’affondo al Pd Il terreno dello scontro è la dolorosa vicenda della piccola Irene, che soffre di una grave malattia cardiaca e che è stata costretta ad emigrare a Bologna per essere sottoposta alle necessarie cure. Caldoro, replicando alle critiche mosse dal consigliere regionale del Pd Antonio Marciano, è durissimo: «Sono indignato per la strumentalizzazione che è stata fatta su una bambina di due anni e rifiuto l’idea che una vicenda umana così delicata possa essere usata dalla politica».



Secondo il presidente della giunta, infatti, «la decisione spettava ai medici e alla famiglia. Il trasferimento è stato la scelta più giusta. Occorreva pensare alla salute della bambina che va curata nella maniera migliore e il Monaldi in quel momento non era in grado di farlo». Perché? «Tutta colpa di una stupida norma del governo che ha imposto il blocco del turn over. Il paradosso è che abbiamo i fondi in cassa ma non possiamo spenderli». Nonostante ciò, comunque, qualcosa si muove: «Grazie al pareggio di bilancio della sanità abbiamo ottenuto una deroga e stiamo lavorando per poter partire con mille assunzioni dal primo gennaio del 2015». Lo stesso discorso riguarda i tetti di spesa in esaurimento dei centri privati accreditati: «Con una norma del governo - ribadisce - risolverei il problema in 24 ore. Per questo ringrazio i parlamentari che si sono attivati annunciando di voler presentare un emendamento allo sblocca-Italia».



La mano tesa al Pd arriva «sulle discussioni di merito», tant’è che oggi Caldoro parteciperà proprio ad un’iniziativa promossa dal partito a Bagnoli: «Se le riunioni servono al gioco delle correnti o delle candidature non sono interessato. Se la Fonderia è questo, non serve a nessuno, se invece significa dibattere e confrontarsi sul modello di governo allora sì. La vera gara, insomma, è a chi è più credibile». Le vertenze sul lavoro Su questo fronte sono tanti i nodi in sospeso. Basta guardare cosa sta succedendo davanti Palazzo Santa Lucia, dove da una settimana sono accampati giorno e notte i lavoratori dell’Astir e quelli di alcune comunità montane, come la Irno-Solofrana.



«Ho seguito in diretta streaming il miracolo di San Gennaro proprio perché ero in Regione ad occuparmi di questi problemi - spiega l’ex ministro socialista - Ho avuto nuovi contatti con il governo per ottenere la necessaria attenzione alle nostre vertenze e la copertura per la cassa integrazione». Sulla vicenda dell’Astir, in particolare, Caldoro assicura: «Da lunedì potremo iniziare le visite mediche di 115 lavoratori ex Astir che verranno assorbiti nella nuova società, Campania Ambiente. Per assicurare a tutti la cassa integrazione, bloccata dalla curatela fallimentare, abbiamo invece varato una legge regionale che ci auguriamo non venga impugnata dal governo».



Quanto al destino delle comunità montane, chiarisce: «Alcune funzionano bene, altre no. Significa che non c’è un problema di sistema ma di gestione, tant’è che i sindacati e i lavoratori ci chiedono di commissariare gli enti inefficienti. Spetta però al governo farlo, noi possiamo solo nominare commissari ad acta».