Gli scavi di Ercolano e quei tesori off-limits: «Manca il personale» | Video

Turisti visitano il sito di Ercolano
Turisti visitano il sito di Ercolano
di Oscar De Simone
Lunedì 29 Giugno 2015, 18:56 - Ultimo agg. 4 Luglio, 13:26
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“Ercolano sta ancora in piedi, così come Pompei, perché è lo spirito santo che lo vuole”. Queste le amare parole di alcuni addetti ai lavori del sito vesuviano mentre raccontano di mancanza di personale sufficiente a sorvegliare pochi ma significativi luoghi “simbolo” dell’area archeologica, oggi off-limits per i molti turisti che arrivano.



Infatti, lungo le strade principali dell’antica città - sepolta dalla violenta eruzione del Vesuvio insieme ai vicini centri di Pompei, Stabia ed Oplonti nel 79 d.C. - vi sono alcuni punti d'interesse negati.



Ad esempio restano chiuse le stupende Terme Suburbane, all'ingresso delle quali è possibile leggere il seguente cartello: “Siamo spiacenti, ma al momento non è possibile visitare le Terme Suburbane per carenza di personale di vigilanza. Ci auguriamo, comunque, che la vostra visita ad Ercolano sia piacevole. L’accesso è previsto solo per ricercatori e specialisti, previo contatto ed autorizzazione della Soprintendenza”.



Non solo le terme però. Anche ai fornici che ospitano gli scheletri dei cittadini ercolanesi è vietato l’accesso diretto. I fornici sono sì aperti, eppure si possono ammirare soltanto da lontano perché una sbarra impedisce di affacciarsi. “La pedana che dovrebbe permettere la visita è stata concepita male - raccontano alcuni addetti ai lavori - è troppo piccola perché possa consentire l’accesso ai gruppi che solitamente arrivano sul posto. Si creerebbe un gran caos e sarebbe utile la presenza di più personale per evitare l’eventuale confusione".



Il padiglione della barca è un'altra dimostrazione di come sia necessario aumentare il numero dei sorveglianti. L’imbarcazione carbonizzata dall'eruzione e tutti gli altri reperti relativi alle attività marine della cittadina romana, restano isolati dal percorso di visita. "Chi ha investito nel sito in questi ultimi tempi, dovrebbe capire che oltre agli studiosi bisognerebbe dare spazio anche a chi materialmente – tramite la sorveglianza – potrebbe consentire ai visitatori di godere ancora delle bellezze dimenticate di Ercolano". Non è prevista, secondo gli addetti ai lavori, l'apertura del padiglione neppure per le prossime iniziative speciali in programma, come accaduto in passato.



Un altro tesoro negato da troppo tempo è la casa del bicentenario, scoperta dal Maiuri nel 1938 e che contiene la cosiddetta “croce di Ercolano”: è chiusa per restauro da fine anni '80 ed oltre ai ponteggi. "Oltre a qualche lavoro per la messa in sicurezza, non è stato fatto altro - raccontano -. Ormai è anche stata cancellata dalla pianta degli scavi che si ritira all’ingresso e la situazione sembra proprio rimanere invariata. Nulla è cambiato in tanti anni di programmazioni e progetti che si sono susseguiti senza successo”.



L’insoddisfazione, insomma, sembra essere tanta nonostante i buoni numeri – 382.805 visitatori solo nel 2014 – registrati negli ultimi anni.