Campania. Giallo a San Vitaliano: fumi killer come in Cina, nessuno sa perché

Campania. Giallo a San Vitaliano: fumi killer come in Cina, nessuno sa perché
di Paolo Barbuto
Domenica 19 Aprile 2015, 10:20 - Ultimo agg. 18:09
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«Signo’ abbiate pazienza, dovete tenere spenta la stufa per una settimana: dobbiamo capire se è il vostro fumo che sta inquinando tutto», il vigile s’è presentato a casa della donna con un’ordinanza del sindaco in persona, e la signora ha pensato: Gesù Gesù vuoi vedere che mo’ tutto l’inquinamento della terra dei fuochi dipende dalla mia stufa a legna? Il finale della storia ve lo diciamo subito: non è la stufa della signora che causa l’inquinamento.



Il resto della vicenda va raccontato con pazienza, partendo dall’unica certezza confermata dai dati: San Vitaliano è il Comune più avvelenato dalle polveri sottili: record italiano, primato europeo e nella top ten dei luoghi più avvelenati del mondo. Dopo aver lanciato questo pesantissimo sasso nello stagno dobbiamo anche dirvi che solo a San Vitaliano si registrano questi impressionanti dati d’avvelenamento dell’aria semplicemente perché l’amministrazione del piccolo centro del Nolano è stata l’unica ad attivarsi per ospitare una centralina di rilevamento. Insomma, non sappiamo se tutt’intorno l’aria è altrettanto inquinata, perché nessuno si prende la briga di controllare: magari lo è molto di più, o molto di meno. Nessuno ha voglia di saperlo.

Il dato impressionante riguarda la misura del Pm10: si calcola quante particelle velenose sono sospese nell’aria, se ce ne sono più di 50 microgrammi per metro cubo, scatta l’allarme. Ogni comune d’Italia può superare questa soglia solo 35 volte in un anno, se non vengono presi provvedimenti, scatta il deferimento alle autorità; a San Vitaliano quel limite è stato superato 51 volte in 100 giorni, roba da brividi.



Ma non basta. Ricordate che il limite massimo per tutelare la salute è di 50? Beh, pensate che nella inquinatissima Cina la percentuale media è di 90; ora trasferitevi a San Vitaliano e scoprirete che per ben 18 volte è stato superato il limite di 100. Ma c’è di più: sono stati registrati addirittura picchi di 182, quasi quattro volte superiori alla norma. Valori che imporrebbero misure di cautela immediate per la popolazione, come quella di restare chiusi in casa con le finestre ben sigillate per evitare di respirare veleno e andare dritti verso il tumore.



Ma perché a San Vitaliano c’è tanto inquinamento? Qui torna in ballo la vicenda della povera signora che si riscaldava con la stufa. Inizialmente gli esperti hanno pensato: «I fumi della legna bruciata dalla signora vanno a infilarsi direttamente nella centralina di rilevamento e la fanno impazzire». Così il sindaco in persona, a metà marzo, ha vietato alla donna di riscaldarsi per una settimana. Ma anche quando la stufa era spenta e il legno non bruciava i valori sono stati elevatissimi. Quindi la signora ha potuto ricominciare a riscaldarsi e a cucinare e le autorità hanno ripreso a brancolare nel buio.



Nessuno immagina come mai al centro del triangolo della morte nella terra dei fuochi, ci sono valori di inquinamento così elevati. È stata perfino convocata una riunione con i rappresentanti di tutti i comuni confinanti (Marigliano, Nola, Scisciano e Saviano) per condividere allarmi e preoccupazione. È stato chiesto al’Arpac di verificare più volte il corretto funzionamento dell’apparecchio che misura l’inquinamento ed è stato sempre trovato perfettamente in regola.



Il vero allarme, insomma, non è solo l’inquinamento ma soprattutto il fatto che nessuno sa trovarne la causa. Nella sede del Comune viene categoricamente smentito che sia un problema collegato agli incendi di immondizia e dicono pure che non c’è evidenza di aumenti di tumore nella popolazione. Duecento metri più avanti, nella farmacia San Vitaliano, le dottoresse gentili e preoccupate spiegano che le malattie respiratorie sono in aumento mentre lì fuori mamme e nonne in allarme raccontano di tumori in crescita e di morti.

Benvenuti a San Vitaliano, terra d’inquinamento esagerato che nessuno sa spiegare.

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