Pompei, scandalo cimitero. L'ex sindaco: «Non volevo ottenere consensi elettorali»

Pompei, scandalo cimitero. L'ex sindaco: «Non volevo ottenere consensi elettorali»
di Dario Sautto
Giovedì 29 Gennaio 2015, 20:23 - Ultimo agg. 22:02
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Pompei. «Non sono andato al cimitero per consolidare il mio consenso elettorale, si è trattato solo di un fatto di umanità».



Spiega così la sua versione dei fatti Claudio D'Alessio, ex sindaco di Pompei, coinvolto nello scandalo cimitero e finito ai domiciliari nell’ambito dell'operazione «Terra Santa» coordinata dalla Procura di Torre Annunziata e condotta dagli agenti del commissariato di polizia della città mariana.



Oggi, accompagnato dal suo avvocato Gaetano Inserra, è stato ascoltato dal gip Emma Aufieri, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, su richiesta della pm Rossella Annunziata della Procura di Torre Annunziata.



L'ex primo cittadino è accusato di induzione indebita a dare utilità, reato commesso nell'agosto del 2013, quando D'Alessio avrebbe chiesto e ottenuto l'esumazione di una salma prima dei 5 anni previsti per far spazio ad un defunto «amico». Questo, secondo l'accusa, per ottenere un «accrescimento del prestigio» a fini politici.