Sequestrato il denaro dei Casalesi riciclato in Sardegna: indagato il consigliere regionale Passariello

Sequestrato il denaro dei Casalesi riciclato in Sardegna: indagato il consigliere regionale Passariello
Giovedì 23 Ottobre 2014, 17:50 - Ultimo agg. 20:17
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CAGLIARI - Luciano Passariello, consigliere regionale della Campania di Fdi, risulta tra i 17 indagati nell'inchiesta della Dda di Cagliari sul riciclaggio in Sardegna del denaro dei Casalesi.



L'esponente politico avrebbe contattato la società sarda Tu.ri.cost, poi rilevata dai clan camorristici, per farne parte dopo che uno dei soci isolani aveva deciso di uscire dal sodalizio. Passariello avrebbe pagato una prima tranche per l'ingresso, decidendo poi di non completare l'operazione.



Al passaggio societario nelle mani dei Casalesi, il consigliere regionale sarebbe stato rimborsato dai clan, così come avvenuto per gli altri tre soci sardi, l'europarlamentare Salvatore Cicu (Fi), l'ex sindaco di Sestu Luciano Taccori (Fi) e il consigliere comunale Paolo Cau (Fi).



Secondo le indagini della Guardia di Finanza, il giro di denaro per l'uscita dei quattro soci ammonta a 400 mila euro in contanti, di cui 130 mila a Passariello e 270 mila complessivi agli altri tre. In totale l'operazione di subentro dei Casalesi nella Tu.ri.cost è costata un milione e 30 mila euro, contro un investimento iniziale di 600 mila euro.



Tutto questo, per la Dda, configura il reato di riciclaggio contestato ai 17 indagati. La società sarda viene creata nel 2001 e vede come amministratore Cau, mentre Cicu e l'allora sindaco di Sestu figurano come finanziatori occulti. È in questa fase che il sodalizio individua dei terreni a Villasimius dove poi verrà costruito il complesso turistico S'incantu, sequestrato ora dalle Fiamme Gialle. I Casalesi, secondo la ricostruzione della Finanza, mettono le mani sulla società nel 2003 acquisendo tutte le quote e i sardi le cedono consapevoli - dice la Dda - che il denaro proveniva in parte dalla camorra.



«Nessun atto mi è stato notificato. Sono stato ascoltato nel 2010 dalla Procura di Cagliari in qualità di persona informata sui fatti quando mi era stato proposto un affare immobiliare su un terreno con licenza edilizia per la costruzione di un villaggio turistico. Una volta venuto a conoscenza dei soci che sarebbero dovuti intervenire, chiesi al notaio responsabile dell'operazione di riavere la caparra versata: il tutto effettuato con bonifici, quindi tracciabili».



Il consigliere regionale campano Luciano Passariello (Fdi-An) commenta così le notizie sulla sua iscrizione nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Cagliari sul riciclaggio in Sardegna del denaro dei Casalesi. «Non ho partecipato all'atto notarile di vendita e quindi come avrei potuto sapere a chi andavano le quote? Detto ciò, sono e resto disponibile a chiarire totalmente la mia posizione alla magistratura al fine di fare la massima chiarezza sulla vicenda.
Mi riservo di citare per danni gli organi di informazione che non dovessero riportare con esattezza la mia versione», conclude.