De Laurentiis: «Stadio San Paolo, ecco i bluff del sindaco»

De Laurentiis: «Stadio San Paolo, ecco i bluff del sindaco»
di Francesco De Luca
Sabato 3 Ottobre 2015, 08:37 - Ultimo agg. 13:40
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Dopo ventiquattr’ore di silenzio e di riflessione De Laurentiis torna sul caso San Paolo, rispondendo punto per punto al sindaco De Magistris e ribadendo con forza l’importanza e la qualità del progetto di restyling dello stadio, prospettato a metà gennaio in un incontro riservato al primo cittadino di Napoli e da lui approvato.

Presidente, De Magistris le ha lanciato un attacco pesantissimo, che si può così sintetizzare: De Laurentiis faccia presto a mettere i soldi, altrimenti passo a un piano B.

«Chiediamoci che cosa sarebbe accaduto in un’altra città, Milano o Torino per esempio.

Bene, se il presidente della squadra locale avesse fatto una proposta attraverso atti ufficiali, e il sindaco e l’amministrazione fossero stati insoddisfatti, mica il sindaco sarebbe andato a parlare in radio, sul web e in televisione. Avrebbe mandato una comunicazione scritta, spiegando le ragioni della sua insoddisfazione. Anzi, molto probabilmente – perché così fa una persona seria – avrebbe, prima ancora, cercato un incontro riservato con il proponente per spiegargli queste ragioni».

Il sindaco contesta serietà e fattibilità della sua proposta.

«Ma è corretto, di fronte a un procedimento amministrativo in corso, andare sui media a sparare a zero sulla proposta? Io voglio capire perché il piano non piace. E non è che lo si può dire con battute estemporanee o un filmino di pochi minuti. Ma che razza di modo di fare è questo?».

Secondo De Magistris, i soldi per questa operazione, 20 milioni, sono pochissimi.

«Su questo voglio dire tre cose, chiare. La prima: a De Magistris io ho detto a casa mia, alla presenza di Auricchio, che volevo cacciare di tasca mia all’incirca 20 milioni. E gli ho detto esattamente quello che volevo fare. Avevo con me un appunto con un elenco dettagliato di 30 interventi, glieli ho letti tutti, uno per uno, e li abbiamo commentati. Non solo non fece obiezioni, ma, al contrario, espresse soddisfazione per la volontà di mettere sul tavolo tanti soldi in un momento così difficile in generale e in un contesto economico, sociale e ambientale così depresso e disincentivante come quello napoletano. Ha cambiato idea? Liberissimo. Ma deve spiegare perché».

La seconda precisazione?

«Il sindaco non può dire: “Il presidente ci dica che cosa vuole fare e noi valuteremo se la proposta è tecnicamente ed economicamente congrua assumendoci la responsabilità di dare una risposta definitiva entro fine ottobre”. Queste parole di De Magistris sono assurde e prive di significato. Infatti noi abbiamo consegnato uno studio di fattibilità redatto dall’architetto Zavanella, colui che ha progettato lo Juventus Stadium, il 15 luglio scorso e un piano economico e finanziario redatto da specialisti della materia e consegnato al Comune il 31 luglio. Da questi documenti si evince la realizzabilità dei 30 punti concordati attraverso l’impiego dei 20 milioni messi a disposizione. Tra gli elaborati grafici esiste anche la progettazione di massima delle aree commerciali e di riqualificazione di piazzale Tecchio per le quali avevo cercato e già trovato eventuali partner interessati a questa fase integrativa dei 30 punti in relazione alla quale il volume degli investimenti sarebbe significativamente aumentato. Ma la priorità rimaneva la sistemazione dello stadio attraverso quei 30 punti. I 20 milioni riguardano solo la prima fase, quella strettamente attinente all’impianto. Se poi ci dovesse essere l’ok del Comune, con altri investitori potrà partire la seconda fase, quella della riqualificazione di tutta l’area, che comporterà un investimento d’importo superiore. Quindi non è corretto dire che la proposta “pesa” solo 20 milioni. Certo, gli investitori andranno poi contrattualizzati per quanto riguarda le aree commerciali, ma conto di riuscirvi. Però è un’impresa titanica. È colpa mia se quando sentono Napoli scappano? Se prima mostrano interesse e poi, se sono stranieri, s’informano e declinano l’invito a investire? Ecco, se fossi al posto del sindaco mi preoccuperei di questo più che di fare polemica col Napoli».

De Magistris sostiene che ci siano altri soggetti interessati al San Paolo.

«E io li voglio vedere questi soggetti. Sono curioso di sapere chi sono, quanti soldi sono disponibili a tirare fuori, per fare cosa. Tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare».

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