Via Delle Brecce è una lunga e dritta lingua d’'asfalto che divide in due la zona industriale di Napoli, a est della stazione centrale.
Ma qui d'’industrie quasi non ce ne sono più. E la zona si è trasformata da qualche anno in un quartiere del sesso a pagamento. Di giorno e di notte, “h24”, sui marciapiedi dell’arteria ci sono decine di lucciole che provengono principalmente dai Paesi dell’Est Europa, oppure dall’Africa.
Ma ci sono anche donne italiane.
Così, se lungo via Delle Brecce si trovano decine di sedie vuote, legate a delle robuste catene, non è difficile capire che non appartengono a commercianti che le espongono sperando in acquirenti. In effetti, anche queste fanno parte degli strumenti di lavoro delle lucciole. Le sedie sono utilizzane, ovviamente, per riposare.
Ma anche per altro: come segnale per i clienti abituali. Le sedie, infatti, non restano tutto il giorno nella strada, ma solo il tempo in cui le prostitute coprono il turno di lavoro. A spiegare bene il servizio delle sedie vuote sul ciglio del marciapiedi di via Delle Brecce é Silvia, una giovane e avvenente ragazza di origine albanese. Silvia lavora in questo tratto di strada da un paio d’anni. E giura di non avere alcun protettore.
La giovane racconta che lavora sei, sette ore al giorno. E che in attesa fra un cliente e l’altro preferisce stare seduta su una comoda sedia, che poi la utilizza anche lei come segnale. Perché a fine turno la porta via con sé. In questo modo i suoi clienti abituali sanno che non è a lavoro, e se desiderano una sua prestazione devono tornare il giorno dopo. Viceversa, se la sedia si trova allo stesso posto, vuota, significa che la ragazza è impegnata con un altro cliente. E quindi, che bisogna aspettare il proprio turno, senza andare via o, peggio, con una concorrente. A fine turno Silvia stacca la catena della sedia e la porta via con sé. Chissà, poi, quando riuscirà a staccare la catena che lega lei.