Napoli, Fortuna violentata e uccisa:
così la bimba disegnava il rione|Foto

Napoli, Fortuna violentata e uccisa: così la bimba disegnava il rione|Foto
di ​Marco Di Caterino
Martedì 21 Ottobre 2014, 08:41 - Ultimo agg. 12:03
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Caivano. Un testamento inconsapevole: gli ultimi disegni di Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni del parco Verde di Caivano, violentata e scaraventata nel vuoto da uno dei primi piani dell'isolato 3 della palazzine Iacp, quella maledetta mattina del ventiquattro giugno scorso.

Disegni colorati e semplici.

Che a un primo e superficiale esame, possono sembrare quasi “scarabocchi” innocenti di una bimba della prima elementare con difficoltà di apprendimento. E che invece, sono convinti sia gli inquirenti che il pool di avvocati della famiglia della povera bimba, possono nascondere la traccia di quella angoscia e del calvario che hanno accompagnato gli ultimi mesi della sua brevissima vita. Pecorelle e alberelli per imparare a contare.

E poi la chiesa, praticamente attaccata alla scuola, con il tetto di un vivido arancione in primissimo piano, con il campanile colorati di verde, e gli isolati circostanti, rosa e ancora arancione, ma più piccoli.

Sorprende che queste due ultime rappresentazioni presentino quelle grate, che invece nell'isolato 3 – dove un anno fa precipitò nel vuoto anche il piccolo Antonio Giglio - mancano al terzo e all'ottavo piano. I due ballatoi della morte. Un secondo disegno proietta una certa inquietudine.

Sotto la scritta «palazzi con appartamenti», vergata dalla bambina con il colore rosso, compare una sorta di rettangolo allungato, che inzia con quel pentagono che spesso rappresenta la casa disegnata dai bimbi piccoli. Nessun particolare – come invece erano state riportate le grate degli edifici nell'altra rappresentazione grafica -, nemmeno quello dell'ingresso.

Un senso di disorientamento e di assenza dalla realtà visiva, ripetuto nella «villetta con giardino», rappresentata da una sorta di alberello e da un accenno di un volto indefinito. Tanto che la maestra segnò sotto il disegno, un «Hai disegnato male». Potrebbe essere questo disegno, quell'unica traccia di malessere, paura e disorientamento che aveva preso il sopravvento nella piccola.

Insomma per dare un nome e un volto all'orco, che dopo aver abusato in maniera bestiale della bambina l'avrebbe pure scaraventata nel vuoto, la procura di Napoli Nord, con il procuratore Francesco Greco e i suoi due sostituti Federico Biseglie e Claudia Maone, , non tralasciano alcun particolare. E anche se la Procura non conferma, negli abiti che la piccola indossava sarebbero state individutate tracce di Dna.

«E allora - chiedono gli avvocati Angelo e Sergio Pisani e Gennaro Razzini, legali della famiglia Loffredo - come è accaduto per Yara Gambirasio, si disponga il prelievo del Dna per tutti i condomini dell'Isolato 3. Fortuna – conclude la comunicazione del pool difensivo – presto avrà giustizia. A quanto ci risulta, nessun teste avrebbe ritrattato, anzi le nostre indagini vanno nella giusta direzione».

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