I carabinieri-banditi invocano il perdono di famiglie e colleghi

I carabinieri-banditi invocano il perdono di famiglie e colleghi
di Francesco Gravetti
Domenica 29 Marzo 2015, 10:35 - Ultimo agg. 10:45
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«Siamo affranti e addolorati per quello che è avvenuto». Ha due fratelli Claudio Vitale, il carabiniere arrestato assieme a Jacomo (detto Jacopo) Nicchetto per aver commesso la rapina al supermercato di Ottaviano e culminata con una sparatoria e la morte di Pasquale Prisco, titolare del market. Ed è a loro che l'intera famiglia affida il compito di pronunciare le prime, poche parole dopo i fatti di mercoledì scorso: “Esprimiamo tutto il nostro dolore per quello che è avvenuto. Siamo consapevoli che le prime vittime di questa triste vicenda sono i componenti della famiglia Prisco. A loro manifestiamo vicinanza e confidiamo nel lavoro della magistratura», dicono.







Originari di Cercola (la moglie del rapinatore però è di Volla e il carabiniere ha vissuto anche a Terzigno, quando era in servizio a Napoli), anche i Vitale, dunque, sottolineano la situazione difficile nella quale si sono ritrovati senza volerlo. Insomma, il carabiniere Claudio non viene da un ambiente malavitoso e non trova, tra i suoi parenti, chi è disposto a giustificarlo per quello che ha fatto. Una condotta simile la stanno assumendo anche i familiari di Nicchetto, che stanno a Chioggia.



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