​Rapina choc, il giallo della pistola introvabile

​Rapina choc, il giallo della pistola introvabile
Domenica 29 Marzo 2015, 10:35 - Ultimo agg. 15:21
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Mary Liguori

Quattro punti oscuri sui quali fare luce. Quattro dubbi che bisogna chiarire per arrivare ad una chiusura indagini rapidamente per un quadro complesso, ma dai contorni già definiti. La rapina e l'omicidio, così come la reazione delle vittime, intenzionate a ottenere giustizia privata, rappresentano la cronistoria di un pomeriggio paradossale durante il quale due carabinieri hanno assaltato un supermercato e poi ucciso il figlio del proprietario. Ma quali sono i nodi che la procura di Nola dovrà sciogliere? Il primo: quante persone hanno realmente preso parte alla spedizione punitiva, ne sono state identificate otto, ma i due indagati sostengono che fossero almeno dodici. Il secondo: se altri, oltre al carabiniere-rapinatore, ha sparato durante le concitate fasi dell'aggressione sulla 268 del Vesuvio. Il terzo: se i due militari infedeli hanno avuto dei complici. Il quarto: se i due militari infedeli hanno commesso altri raid prima di quello che ad Ottaviano è finito in tragedia.

Le indagini sono a un punto cruciale: domani alle 10 in Procura a Nola le parti si incontreranno e verrà affidato l'incarico per l'autopsia sul corpo di Pasquale Prisco, 28 anni e tre figli, vittima di una vicenda tanto assurda quanto tragica.

Venerdì il gip di Nocera ha convalidato il fermo emesso dalla procura nolana: Jacopo Nicchetto e Claudio Vitale, i due carabinieri arrestati dai loro stessi colleghi, si trovano in una posizione estremamente pesante. Hanno assaltato il supermercato, sono fuggiti, ma raggiunti dalle vittime e dai loro dipendenti, hanno sparato. E hanno ucciso. In seguito alle ferite riportate, Pasquale Prisco è morto. Morto per avere cercato di bloccare i rapinatori che poco prima avevano minacciato una delle sue dipendenti per portarsi via un magro bottino, 1300 euro.

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