La mail: «Io, studente, voglio regalare il mio tempo per contrastare i teppisti della Metro. Come faccio?»

La mail: «Io, studente, voglio regalare il mio tempo per contrastare i teppisti della Metro. Come faccio?»
Giovedì 23 Ottobre 2014, 14:34 - Ultimo agg. 14:40
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Al Sindaco sospeso di Napoli

Alla Giunta comunale

Al capo della polizia Municipale

Ai dirigenti di ANM



Cari lettori, questa lettera aperta a voi intestata nasce dal desiderio di un cittadino adottivo di ricambiare Napoli per l’accoglienza che, da madre affettuosa e osmopolita, ha sempre riservato a me e a tanti altri. E nasce prefiggendosi un ambizioso scopo: far germogliare dal sottosuolo della Città Nuova un albero che, si spera, porterà un frutto “doce comme ‘o zucchero”, usando solo un piccolo seme di innovazione e razionalità.



E non posso negare che a spingermi c’è anche dell’emotivo, e dunque irrazionale, desiderio di rivalsa, per rispondere con i fatti ai tanti detrattori, dall’Oltre-Garigliano e non, che ci accusano di immobilismo civico.



ll mio nome è Giuseppe Ferrillo, e sono uno studente federiciano di Casal di Principe. Ringrazio il Mattino due volte, in primis della enorme possibilità che mi offre pubblicando questa lettera, e poi poiché mi ha ispirato, dedicandosi al dramma degli atti di prevaricazione e violenza che si sono verificati, soprattutto sulla Linea 1 della metro, negli ultimi giorni. O forse andavano avanti già da lungo tempo, e ce ne stiamo accorgendo in ritardo. Ma stavolta non saremo così distratti da aspettare che cadano i calcinacci dal cielo, e ripareremo non solo la Galleria, ma anche tutte “le finestre rotte”.



Ed è tutto qui l’enorme aiuto che con questo appello chiedo a voi e a tutti i Napoletani: che mi aiutiate a riparare le finestre rotte. Non ridete, mi spiego.



Secondo la teoria delle finestre rotte, formulata dagli studiosi americani Wilson e Kelling, se in un ambiente non vengono prontamente sanzionati i piccoli errori, è probabile che in quell’ambiente in futuro altre regole, più importanti, non verranno rispettate. Se dei ragazzi mentre giocano a calcio rompono una finestra della casa di fronte( chi di noi è senza peccato scagli la prima pietra!) e la finestra non viene rapidamente riparata, i ragazzi molto probabilmente non se ne preoccuperanno, e ne romperanno ancora, e poi romperanno i muri, e poi andranno a rubare in quella casa. Se invece la signora si affaccia, si lamenta e aggiusta la finestra, il sistema si mantiene in equilibrio.



Le ipotesi della teoria sono state anche dimostrate da uno studio del 2008 pubblicato su Science da alcuni sociologi olandesi.



Ecco, scommetto che chi fa atti di vandalismo in metro è senza biglietto il 100% delle volte...e allora mi dico: perché non provare a concentrare tutti i nostri sforzi, magari creando una figura apposita, che, con l’aiuto di volontari e tutelata da un agente, controlli tornello per tornello chi fa i biglietti e chi no?



Così, per la teoria delle finestre rotte, limiteremo gli atti di vandalismo, e con la stessa fava otterremo non due ma tre piccioni: riempire le casse di ANM (che noi tutti sappiamo avere un discreto bisogno di soldi), e fare un altro gradino sulla scala della civiltà che, come napoletani, abbiamo ancora il dovere di salire. Spero che la mia non sia letta come una critica a ANM, non lo è (critiche da fare ne avrei ma non mi pare questa la sede)! Né voglio additare gli utenti di ANM di una qualsiasi colpa, anzi c’è da dire che spesso, soprattutto nelle stazioni di periferia, i tornelli non funzionano e per non fare il biglietto basta un leggero tentennamento della coscienza civica a favore del proprio portafogli: tanto nessuno controllerà mai.



Cari destinatari di questa lettera, tutto quello che vi chiedo è : ci concedereste un po’ del vostro tempo per parlare vis-à-vis della questione, eviscerarla, e trarne qualcosa di positivo e concreto?



Non dubito che sarete in grado di comprendere quanto forte sia la carica sociale e etica che il porre in atto un gesto del genere potrebbe avere: fortificare le fondamenta della città, per



prepararla alla costruzione di un castello di innovazione, da affiancare a Castel Nuovo e Castel dell’Ovo.



Non aspetto altro che il vostro sì, con tanto di data e sede.



Cordiali saluti,



Giuseppe Ferrillo