L'agente eroe: «Voglio adottare Emanuela, mi ricorda mio figlio»

L'agente eroe: «Voglio adottare Emanuela, mi ricorda mio figlio»
di Alessandra Tommasino
Domenica 12 Aprile 2015, 23:41 - Ultimo agg. 14 Aprile, 09:03
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Per Raffaele Santoro, il poliziotto che ha praticato le manovre respiratorie ad Emanuela, da sabato mattina la vita è cambiata. «Non faccio che pensare a lei- dice- sento come se fosse mia figlia».

Il poliziotto, in forza al posto fisso operativo di Casapesenna, intervenuto la mattina del ritrovamento della bambina, annuncia: «Voglio adottare Emanuela e farò di tutto per poterla avere in casa con me, per poterla crescere insieme a mia moglie e mio figlio».

Insieme all'unico bambino che gli è rimasto dopo la morte del suo primogenito Nicola, strappato alla vita da un cancro alla testa.

Raffaele grida la volontà di adottare Emanuela alle telecamere del Tg1, quando nel pomeriggio di ieri, ormai diventato il poliziotto eroe, viene intervistato nella sua sede lavorativa. «Mi sembra di vivere in un film- commenta ancora emozionato- i fatti mi hanno travolto ma, per la prima volta, dopo la morte di Nicola-ammette- ho sentito che il vuoto che ho dentro poteva rimpicciolirsi».

È la forza di Emanuela che si è aggrappata alla vita e che ha acceso la speranza di una felicità dimenticata. zCon mia moglie Francesca- ribadisce Raffaele- faremo di tutto per essere i genitori della piccola. Lei è una «tigre» e mio figlio, ad appena otto anni, non fa che dire di volere Emanuela come sorella». Un carattere molto determinato quello del bambino di Raffaele che strappa il telefono dalle mani del papà, al telefono con la cronista, per gridare «voglio Emanuela».

Poi torna a giocare. Sua madre Francesca sogna di poter accogliere la bambina salvata dal marito in casa, ma comprende la necessità di essere cauti. «Dobbiamo avere i piedi a terra -sostengono i coniugi- poter crescere Emanuela sarebbe per noi un dono straordinario ma sappiamo che l'iter è lungo e complesso». Al di là di ciò che accadrà, Raffaele sa con certezza che l'incontro con quella bambina ha cambiato per sempre la sua esistenza. «Dopo la morte di Nicola- riflette commosso- non mi era accaduto nulla che potesse avvicinarmi così fortemente alla vita». Emanuela lui l'ha salvata. «Per me è stato così naturale intervenire- ricorda ancora i momenti del soccorso -che si è creato immediatamente un rapporto speciale».

Non fa che ripetere che è bellissima. Ieri ha chiamato varie volte in clinica per essere certo che la bambina stesse bene. Un suo collega è andato a trovarla alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno e lui ne è stato felice.

Tante persone che hanno conosciuto la sua storia di dolore lo hanno chiamato per complimentarsi con lui. Non solo colleghi poliziotti, ma anche militari dell'Arma che gli hanno voluto esprimere la vicinanza. Tre anni fa Raffaele ha perso il suo bambino e poi, un giorno, ha trovato lungo la sua strada Emanuela, la bimba a cui è stato dato il nome, al maschile, che suo figlio avrebbe desiderato per un fratellino. Forse nulla accade per caso e l'epilogo felice di questa favola sull’asse San Marcellino-Villa Literno-Castel Volturno sarebbe se, quella magnifica creatura abbandonata, venisse affidata proprio al suo ”angelo”.

al.to

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