Era un terremoto annunciato. Ma gli effetti potrebbero comunque essere dirompenti: Giuseppe Conte dice addio a Michele Emiliano in Puglia. Il Movimento 5 stelle esce dalla giunta regionale a guida Pd, di cui faceva parte dal 2021. «Vogliamo dare una fortissima scossa, è il momento di fare pulizia e tabula rasa», tuona. E chiede al governatore un cambio di passo sul fronte della lotta al malaffare. Un «patto per la legalità» per «disinfestare la politica». Un «protocollo molto articolato» che, dice Conte, consegno a Emiliano. E intanto, dopo i nuovi arresti che ieri hanno coinvolto l'ex assessore dem Alfonso Pisicchio, anche Sinistra italiana chiede discontinuità: in Puglia «bisogna azzerare tutto», avverte Nicola Fratoianni.
La mossa
La mossa di Conte era attesa. L'avvocato presenta una sorta di risposta al codice etico annunciato dal Pd, che i però n questo caso dovrebbe regolare non soltanto le candidature ma anche mettere ulteriori paletti anti-infiltrazioni su «dipendenti e dai collaboratori esterni che stipulano convenzioni e contratti con la pubblica amministrazione» e staff dei politici. Con tanto di un «nucleo ispettivo» in Regione Puglia destinato a vigilare.
«Non abbiamo mai imbarcato acchiappavoti, abbiamo anche noi la lista di capibastone che hanno pacchetti precostituiti di voti che ci hanno offerto dappertutto e li abbiamo sempre rifiutato. «Lasciamo tutte le deleghe», annuncia Conte: «Noi siamo impermeabili a questo modo di fare, questa è cattiva politica. Noi siamo quelli che hanno candidato campioni alla mafia».
Le reazioni
Uno scossone che segue all'addio del Movimento alle primarie del centrosinistra a Bari.